A Parigi, dove per dieci mesi il clima continentale non favorisce l’andare in bicicletta, il Comune ha istituito cento parcheggi disseminati nei 20 arrondissement, per cui ogni cittadino, o straniero, utilizzando un’apposita carta, può prelevare il velocipede, usarlo e depositarlo in un altro dei tanti parcheggi. L’amministrazione della capitale transalpina ha contestualmente approntato centinaia di chilometri di piste ciclabili utilizzate ogni giorno da migliaia e migliaia di utenti. Un grosso contributo alla circolazione e alla mobilità in quella grande città.
L’iniziativa è stata presa pure nei comuni di Milano e Roma, seppure con molto minore successo perché nelle due capitali (quella economica e quella politica) mancano le piste ciclabili.
Non ci risultano iniziative simili nelle città del Mezzogiorno, nè in alcuna città della Sicilia, e vorremmo essere smentiti al più presto da qualche sindaco lungimirante. In città come Catania, Palermo o Messina, educare i cittadini a muoversi in bicicletta, riservando loro i percorsi esclusivi, sarebbe un modo per migliorare la circolazione e aumentare la civiltà fra cittadini.
Il traffico nelle medie città siciliane è drammatico. Anziché blaterare, i responsabili dovrebbero attuare un paio di iniziative. Primo, mettere in rete i semafori in modo che diventino intelligenti, cioè che indichino il via libera quando vi sono le auto e sblocchino l’inutile rosso quando macchine non ce ne sono. La rete farebbe capo alla centrale con apposite telecamere, per cui in qualunque momento il comando dei vigili urbani sarebbe in grado di controllare tutto il territorio del Comune, municipalità per municipalità, in modo da intervenire tempestivamente in caso di ingorghi, incidenti o altro.
La seconda, è mettere sul territorio tutti i vigili di cui si dispone, togliendoli dalle scrivanie o dalle segreterie di uomini politici che li usano come segretari o da altre funzioni improprie e non inerenti quella del tutore del traffico.
L’esempio delle Polizie locali degli Stati Uniti, ove è mitica la figura dello sceriffo (che corrisponde al nostro comandante dei vigili urbani), sarebbe un esempio da emulare con appositi adattamenti al nostro territorio. Non bisogna inventare nulla, ma realizzare al meglio ciò che altri hanno fatto bene.