ROMA – Arriva l’estate e come ogni anno è tempo di conferme, bocciature e promozioni per le spiagge italiane. Le Bandiere blu, appuntamento immancabile per conoscere lo stato di salute del nostro mare, decretano per l’Italia un’altra stagione col sorriso dal momento che quest’anno sono diventate 231, ben 4 in più rispetto lo scorso anno.
Il riconoscimento, distribuito sul suolo nazionale lo scorso martedì dalla Foundation fo Environmental Education (FEE) e dal Consorzio nazionale batterie esauste (Cobat), si ottiene prendendo in considerazione criteri che non siano esclusivamente legati ai parametri delle acque di balneazione, ma anche al servizio offerto, come la pulizia delle spiagge e i servizi di raccolta differenziata. Soddisfazione espressa da Claudio Mazza, segretario generale della Fee, che ha voluto sottolineare “la sempre maggior pressione del turismo sul patrimonio ambientale” che “impone ai Comuni di affrontare sempre nuove sfide per migliorare i propri standard di qualità orientando tutti i propri impegni in chiave di sostenibilità”.
Nel complesso sono 231 le spiagge doc per i natanti estivi, in rappresentanza di 117 comuni italiani, circa il 10% delle spiagge premiate a livello internazionale. Riguardo gli approdi turistici ci sono stati premi per 61 realtà italiane.
Andando nel dettaglio regionale la Sicilia mantiene inalterata la performance dello scorso anno con le sue 4 località premiate: Marina di Cottone a Fiumefreddo di Sicilia in provincia di Catania, Pozzallo e Marina di Ragusa in provincia di Ragusa, e Menfi in provincia di Agrigento.
Un dato non troppo confortante visto che l’Isola ci fa una ben magra figura rispetto altre realtà regionali come la Liguria, 17 località, e Marche e Toscana con 16 a testa seguite dalle 13 bandiere dell’Abruzzo e poi dalle 12 della Campania e dalle 8 della Puglia che è in un crescita di una unità. Risultati che confermano una voragine di trattamento e qualità tra le spiagge siciliane e quelle liguri o romagnole. La questione dell’Italia a duplice velocità sembra una costante tematica che non risparmia neanche un ambito, come quello del litorale, che dovrebbe costituire uno dei punti di forza di un regione che mira a fare del turismo uno dei settori trainanti.
I quattro punti blu isolani rappresentano un ulteriore schiaffo alla gestione delle spiagge in quanto in termini di lunghezza di coste l’Isola, secondo il rapporto sulle acque di balneazione del ministero della Salute, possiede una lunghezza pari a 1483,5 km, seconda solo alla Sardegna. Nonostante questo l’Isola si è piazzata lontana da regioni con estensioni di coste davvero esigue come Toscana (601 km), Marche (173 km), Liguria (349,3 km), Abruzzo (125,8 km), e Campania (469,7 km). Tra le priorità prese in considerazione nell’assegnazione delle segnalazioni: accessi facilitati per disabili, nessuno scarico di acque fognarie nei pressi delle spiagge, equilibrio tra attività balneari e rispetto per la natura, assoluto divieto di campeggio non autorizzato, fontanelle di acqua potabile, elaborazione dei comuni di un piano ambientale per lo sviluppo costiero e per eventuale emergenza ambientale. Su questo bisogna lavorare per una migliore offerta turistica.