La protezione che vi abbiamo descritto ha un risvolto piuttosto rigoroso e cioè quello di imporre a ciascun Stato membro dell’Uem regole più cogenti per controllare il deficit annuale e conseguentemente l’andamento del debito pubblico.
Ricordiamo che due dei tre parametri di Maastricht prevedono un massimo del 3% di disavanzo annuale e un massimo del 60% del debito sul Pil. L’italia ha chiuso il 2009 con un disavanzo di oltre il 5% e con il debito pubblico di oltre il 116%.
Da tenere presente che tale debito grava sul bilancio annuale con oltre 80 miliardi di interessi. Se fosse dimezzato libererebbe metà di tali interessi, cioè 40 mld, i quali potrebbero essere destinati allo sviluppo mediante infrastrutture e attività produttive.
Si tratta di un cappio vero e proprio, che ogni Stato non in regola con i conti dovrà mettere alla propria spesa, che dovrà essere tagliata nella parte corrente se, contemporaneamente ai sacrifici, si vuole innestare un processo virtuoso di sviluppo. Tale processo si mette in moto con appropriati investimenti e stimoli delle attività produttive.
Ribadiamo ancora per l’ennesima volta che, per ogni miliardo destinato allo sviluppo, si mettono in moto 10 mila posti di lavoro. È perciò in questa direzione che si deve muovere la spesa pubblica qui in Sicilia. La Regione non deve dare contributi ma prendere a proprio carico interessi di finanziamenti a progetti imprenditoriali, lasciando al sistema bancario la valutazione degli stessi. Due comportamenti che, se attuati immediatamente, possono mettere nelle condizioni di invertire a “U” la linea sciagurata fin qui seguita da tutti i governi regionali del dopoguerra.
Bisogna mettere a reddito subito, mediante progetti cantierabili, il ricchissimo patrimonio archeologico, ambientale, culturale, paesaggistico. Bisogna intervenire con stimoli e finanziamenti alla ricerca nel settore agricolo, in quello industriale e dei servizi avanzati. Bisogna spendere efficacemente le centinaia di milioni della formazione per insegnare ai partecipanti quelle competenze in modo da renderli idonei al mercato. Ecco alcune indicazioni sulle quali governo e maggioranza regionali dovrebbero prendere subito adeguate iniziative.