ENNA – Cinque anni sicuramente non semplici – soprattutto per le condizioni finanziarie in cui versava il Comune – ma in cui l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Rino Agnello, è comunque riuscita a lasciare una propria impronta sulla città di Enna.
A pochi giorni dalle elezioni del 30 e 31 maggio in cui sarà designato il suo successore, abbiamo sentito il primo cittadino ennese, che ha tracciato un bilancio dei suoi anni alla guida della città.
Facciamo un confronto fra il prima ed il dopo: come vedeva la città di Enna al momento del suo insediamento e come la vede oggi.
“Mi sono insediato in una città in cui non c’era alcun locale aperto la sera. L’unica luce accesa era quella del bancomat. Un capoluogo di provincia con moltissime carenze, ma oggi la situazione è completamente diversa: il cinema, che è di privati, grazie alla riattivazione della microeconomia cittadina è aperto; il Castello di Lombardia e la Torre di Federico sono mete privilegiate dai turisti; il teatro e la piscina sono stati riaperti; quasi 7 milioni di investimenti hanno reso le pendici di Enna sicure; chilometri di strade sono ritornate fruibili; i servizi sociali e le scuole hanno usufruito di molti interventi; poche settimane fa è stato inaugurato il campo di atletica leggera; abbiamo stabilizzato 60 precari con contratti di diritto privato. Lascio ai futuri amministratori una città con le carte in regola per continuare a crescere”.
Quando iniziò il suo mandato il Comune era afflitto da un grave dissesto finanziario. Qual è la situazione economica attuale?
“Trovai una situazione davvero pesante. Un quadro scoraggiante che mortificava le nostre ambizioni e il nostro impegno politico e amministrativo. Ci sembrava impossibile, ma abbiamo trasformato il dissesto finanziario in un’opportunità per la città, avendo utilizzato anche risorse straordinarie e avendo messo ordine e trasparenza al sistema finanziario dell’Ente, che oggi gode di un equilibrio finanziario perfetto. Tutto ciò senza avere indebitato l’Ente di un solo centesimo”.
Ci sono stati degli obiettivi che, nonostante il suo lavoro e interessamento, non è riuscito a realizzare?
“Così come penso la maggioranza dei sindaci siciliani, il più grande cruccio è quello di non essere riuscito a riordinare il sistema dei rifiuti. Tuttavia, ricorrendo ad anticipazioni di bilancio, siamo riusciti a fronteggiare le grandi emergenze di questi anni. Il problema, però, rimane ancora aperto”.
Negli ultimi mesi Enna è stata vittima di un clima politico confuso: ad aprile lei ha dichiarato che avrebbe fatto un passo indietro non riproponendo la candidatura laddove si fossero create le condizioni di unità per un nome alternativo. Tale speranza risultò vana e lei dichiarò di volere ricandidarsi. Cosa è successo dopo?
“Ero convinto che le primarie fossero uno strumento inadeguato perché avrebbero creato insanabili lacerazioni e, a maggior ragione, in presenza di una candidatura del sindaco uscente. Rimango ancora convinto di questo e i fatti mi hanno dato ragione. Infatti, nonostante le primarie, la candidatura, che attualmente sosteniamo per garantire l’unità, è il risultato della sintesi interna della classe dirigente del Pd”.
Lei ha presentato ricorso alla commissione regionale di garanzia del partito per violazione delle norme statutarie e regolamentari che stabiliscono l’indizione delle primarie entro determinati termini temporali dalla fine della legislatura. Che risvolto ha avuto dal ricorso presentato?
“Nonostante ritenevo le ragioni del ricorso valide, sono prevalse, sia in sede regionale che provinciale, le ragioni dell’unità per il bene del partito”.
Cosa si augura, in riferimento alle prossime elezioni, per Enna?
“Mi auguro la vittoria del Partito democratico e che Paolo Garofalo, candidato del partito, possa continuare il lavoro da noi cominciato e raccogliere i frutti di un programma elettorale che insieme avevamo scritto nel lontano 2005”.