ROMA – Il Consiglio dei ministri ha approvato, in via definitiva, il decreto legislativo concernente l’attribuzione a Regioni ed Enti locali di un loro patrimonio, in attuazione dell’art. 19 della legge n. 42/2009.
Il testo, che sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni, era stato proposto dai ministri Tremonti, Bossi, Calderoli, Fitto e Ronchi, e recepisce i pareri espressi dalla commissione bicamerale per l’Attuazione del federalismo fiscale e dalle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Si tratta del primo decreto di attuazione della più ampia riforma sul federalismo fiscale.
“Sono molto soddisfatto” ha commentato compiaciuto, il presidente del Senato, Renato Schifani, riguardo l’approvazione del decreto. “Al di là del contenuto del provvedimento, che non sta a me sindacare – ha detto – si è registrata un’ampia convergenza. Il Pd si è astenuto, l’Idv ha votato, quindi si è andati al di là della maggioranza elettorale”. “Questo è un grande segnale – ha aggiunto – perché significa che è un provvedimento ampiamente condiviso. Vi saranno poi altri argomenti spigolosi da affrontare, quali l’individuazione dei costi standard, la ripartizione delle risorse, ma l’inizio è stato positivo. La capacità di mediazione di tutte le forze politiche è stata fortemente alta e tutto lascia presagire un percorso responsabile e condiviso”. “È quello che io ho sempre auspicato sulle grandi riforme”, ha detto infine Schifani, spiegando che “sono state accolte anche le osservazioni del Pd sull’utilizzo delle risorse derivanti dalla smobilizzazione di questi beni demaniali. Un lavoro di grande concertazione che dovrebbe avvenire più spesso”. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha voluto invece porre l’attenzione sul ruolo del Parlamento in sede di discussione sul federalismo.
“L’Aula deve vigilare – ha detto – affinché nessun territorio subisca discriminazioni. Nord e Sud dell’Italia devono crescere insieme e di questo obiettivo il Parlamento saprà farsi garante”.
“La ricchissima pluralità di città e territori che caratterizzano il nostro Stato nazionale – ha aggiunto Fini – costituiscono un arricchimento se non scade in un localismo egoistico e miope. Bisogna considerare anche che l’Italia, in Europa è l’unico paese che presenta al suo interno le differenze più marcate a livello di sviluppo economico e conseguente coesione sociale. Occorre quindi riproporre una nuova articolazione dell’Unità nazionale in forma di federalismo, senza aver timore di avviare la riforma dello Stato”.