“Stretto, tunnel al posto del ponte”

REGGIO CALABRIA – L’opera faraonica attrae e fa discutere. È così da decenni. E anche quando la decisione è stata presa, spunta la nuova ipotesi o tornano antiche proposte, sulla scorta di quanto è già stato costruito altrove.
In attesa “della dimostrazione della fattibilità tecnica del ponte sospeso sullo Stretto, l’attenzione dovrebbe spostarsi sulla verifica degli effetti e delle fattibilità della tipologia di collegamento stabile a ‘tunnel in alveo’, altrimenti nota come ‘Ponte di Archimede’”, vale a dire un collegamento subacqueo. è quanto afferma Giuseppe Giordano, capogruppo di Idv al Consiglio regionale della Calabria.
“La promozione dell’integrazione dei territori, finalizzata alla costituzione di aree metropolitane e al rafforzamento dei loro sistemi – afferma Giordano – costituisce una possibile via per il miglioramento della competitività dell’Europa. L’Unione Europea, infatti, a partire dal rilancio della Strategia di Lisbona (2005), individua nelle città, soprattutto se di rango metropolitano, i nodi e i poli di eccellenza territoriale, chiamandole ad assumere un ruolo propulsore dello sviluppo per sé e, contestualmente, per i territori di riferimento. L’Ue riconosce in tal modo alle città, capaci di porsi come attrattori di investimenti e occupazione, un ruolo centrale per la crescita e l’occupazione. L’attenzione va focalizzata soprattutto sulla dotazione dei fattori determinanti ai fini della competitività e dell’integrazione, a partire dalla dotazione infrastrutturale”.
“E’ questo – prosegue l’esponente di Idv – il contesto nel quale va collocato il dibattito, altrimenti sterile, sull’opportunità di realizzare un collegamento stabile tra la sponda siciliana e quella calabrese: non servono polemiche sterili ponte sì ponte no, senza una riflessione attenta sull’utilità di questa infrastruttura per il territorio. A cosa serve, oggi, un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria? Messina e Reggio, se vogliono raccogliere la sfida della competitività globale, non hanno altra scelta che quella di fare sistema, al di là delle forme amministrative e dei pennacchi. Uno dei nodi centrali dell’integrazione delle due sponde è certamente quello dei collegamenti urbani; perché sia costruttivo l’attenzione del dibattito, in attesa della dimostrazione della fattibilità tecnica del ponte sospeso, dovrebbe spostarsi, allora, sulla verifica degli effetti e delle fattibilità della tipologia di collegamento stabile a ‘tunnel in alveo’, altrimenti nota come ‘Ponte di Archimede’, in grado di assicurare un collegamento diretto tra le realtà urbane, senza i lunghi giri connessi con il ponte sospeso”.
“Non si tratta di un’ipotesi alternativa – conclude Giordano – visto che risponde a una logica locale e  mentre il ponte sospeso ha come obiettivo il completamento dell’asse di carattere transnazionale Palermo-Berlino è pur vero che, qualora l’ipotesi ponte sospeso dovesse verificarsi irrealizzabile, il Ponte di Archimede potrebbe assolvere anche all’altro scopo”.
E le discussioni, come il Ponte, non finiscono mai.