Palermo – La commissione Statuto dell’Ars sta lavorando ad un progetto di revisione della Carta costituzionale che “certamente includerà il ripristino dell’Alta Corte”. Lo afferma il presidente Alessandro Aricò. Che aggiunge: “Sarà pronto entro la fine di giugno ed andrà al vaglio dell’Aula per eventualmente iniziare l’iter al Parlamento nazionale”.
L’Alta Corte, prevista dall’articolo 24 dello Statuto, ha esercitato le funzioni solo dieci anni. Sarebbe dovuta intervenire sui conflitti Stato-Regione, sulle impugnative del Commissario dello Stato, nonché sui reati commessi dal governo regionale. Nel 1957, invece, con la sentenza numero 38 è stata assorbita dalla Corte costituzionale per l’unità giurisdizionale del Paese. L’Alta Corte è nel programma di Governo del presidente Raffaele Lombardo. La nomina dei componenti spetta all’Ars e al Parlamento nazionale.
Sul Quotidiano di Sicilia, il 23 aprile scorso, il nostro direttore ha aperto un dibattito. Ed ha chiesto l’opinione dei parlamentari.
“Valutare il ripristino dell’Alta Corte è possibile – afferma il presidente della commissione Statuto – anche se bisogna approfondire dal punto di vista giurisdizionale il provvedimento. Questo a mio avviso è lo scoglio principale da superare”. Aggiunge Aricò: “Certamente è compito della commissione occuparsi della vicenda, tuttavia, saranno l’Ars e i suoi organi, nel loro complesso, ad ingaggiare una battaglia con le istituzioni nazionali per l’attuazione dell’articolo 24 dello Statuto. E per far ciò occorre un’ampia condivisione che certamente è possibile trovare all’interno delle forze politiche, per la tutela della nostra autonomia legislativa e giurisdizionale”.
Per il deputato l’Alta Corte rimane in primo piano perchè: “Dovrebbe decidere anche sull’impugnativa da parte del Commissario dello Stato, di leggi approvate dall’Ars, a maggiore tutela dell’autonomia legislativa”.
Al QdS, il 24 aprile scorso, il presidente del Pdl, Innocenzo Leontini aveva annunciato una “richiesta ufficiale al presidente dell’Ars per la convocazione di una seduta sull’Alta Corte”. Anche il presidente del Pdl Sicilia, Giulia Adamo pensa al confronto a Sala d’Ercole: “L’Alta Corte – afferma – rappresenta una risorsa preziosa per il territorio siciliano, motivo per il quale ne rivendica il diritto – Ritengo che sia nostro dovere richiedere nell’immediato una seduta straordinaria nel corso della quale vengano nominati i membri dell’organo istituzionale, in grado di riequilibrare i rapporti tra Roma e Sicilia e capaci di sentenziare su tutte quelle norme efficaci per la nostra Isola”.
Favorevole il presidente del gruppo Udc, Rudy Maira: “L’articolo dello Statuto che prevede l’Alta Corte è una parte della nostra carta autonomistica rimasta lettera morta – spiega – E certamente, qualora venisse pienamente applicata, eviterebbe qualsiasi ricorso contro le leggi impugnate dal Commissario dello Stato presso la Corte costituzionale. Sarebbe un elemento che darebbe maggiore celerità alle decisioni sul conflitto costituzionale a tutto vantaggio della speditezza e dell’efficacia delle norme varate dall’Ars”.
Per il Pd interviene il vice presidente della commissione Statuto, Giovanni Barbagallo: “Preservare le prerogative affidate all’Alta Corte attribuendo le relative competenze ad una sezione speciale della Corte Costituzionale significa rimediare ad una lunga penalizzazione dello Statuto autonomistico. L’articolo 24 dello Statuto, così come altri articoli dello stesso, non è stato attuato per le inadempienze delle classi dirigenti nazionali e locali, le quali non hanno avuto la forza politica di rilanciare l’autonomia siciliana”.
Questa la posizione espressa da Francesco Musotto, capogruppo Mpa, il 23 aprile: “L’Mpa si è intestato anche la battaglia per ripristinare l’Alta Corte, ma occorre un impegno corale che fino ad oggi è mancato”.
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