GELA (CL) – Una finestra aperta per le giovani generazioni. A questo ha mirato la Fidapa di Gela, presieduta da Angela Scandura con il seminario : ‘Pillola del giorno dopo: RU486 – pillola abortiva . Scienza ed etica a confronto’, che si è tenuto all’Istituto tenico commerciale Luigi Sturzo, alla presenza del Vescovo Michele Pennisi. Medici, psicologi, giuristi, prelati si sono confrontati di fronte ai ragazzi per informare ed educare. Il Dirigente Medico del Servizio Tutela Materno-Infantile dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina Antonio Oriente ha spiegato che la ‘pillola del giorno dopo prevede: la soppressione dell’ovulazione, l’inibizione della fecondazione di un ovulo gia’ rilasciato. Creazione di modificazioni endometriali che impediscono l’impianto. Se somministrata per periodi brevi non si manifesta; ma l’uso continuato può manifestare problemi gravi. Effetti collaterali notevoli tra i quali: nausea,vertigini,mastodinia,vomito,perdita della libido e depressione.
“La contraccezione d’emergenza – ha detto il dirigente medico Oriente – deve essere considerata una misura occasionale,che non può e non deve sostituire l’utilizzo di un metodo contraccettivo anche perché l’utilizzo continuo di una siffatta “bomba ormonale” non può che turbare i delicati equilibri a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio peraltro già abbastanza turbati specie nelle giovani generazioni”. Ecco la storia della Pillola : nel 1982: Emile-Etienne Beaulieu lo inventa; 1988: inizia la produzione da parte della Roussel-Uclaf che etichetta la sostanza col numero 38486 (da cui l’abbreviazione Ru-486); in Italia l’uso è stato approvato nel 2009.
Il mifepristone, si ritiene sia stato utilizzato in Europa da oltre 600.000 donne e fonti non ufficiali indicano che in Cina vi abbiano fatto ricorso oltre 3.000.000 di donne. Qual è il suo meccanismo d’azione? La molecola, che non è un ormone, impedisce al progesterone di svolgere uno dei suoi compiti fisiologici, quello cioè di preparare la parete uterina per l’impianto dell’embrione. L’ azione si esplica attraverso un blocco dei recettori per il progesterone ubicati a livello della mucosa uterina stessa. Il mifepristone viene somministrato alla donna, previo ricovero ospedaliero, possibilmente entro la 7a settimana di gravidanza Dopo due giorni vengono somministrate anche delle prostaglandine al fine di indurre un aborto spontaneo con eliminazione dei residui necrotici dell’embrione. L’aborto si verifica in genere nelle 24 h e comunque non oltre un paio di settimane”.
“Gli artt. 8 e 22 del codice di deontologia professionale dei medici – dice il giurista Gianfranco Mancuso – impongono al sanitario di somministrare le cure di emergenza e quelle che se non date producono un danno grave alla persona. In questo senso la pillola del giorno dopo, così come la pillola abortiva RU486, rientrerebbero tra i trattamenti sanitari di emergenza cui il sanitario non potrebbe rifiutarsi. Si tratta di un vuoto legislativo che deve essere colmato con apposita legge(vi è una proposta in questo senso presentata dal PDL sia per i medici che per i farmacisti obiettori), che farebbe dell’obiezione di coscienza un diritto fondamentale della persona che trova copertura costituzionale negli artt. 2, 19, 21 della Costituzione.” Fra gli interventi quello della psicologa Nuccia Morselli che ha spiegato i riverberi sull’emotività dei giovani. I lavori sono stati coordinati dalla ginecologa Rosa Stamilla.