PALERMO – Dall’analisi della Banca d’Italia sulla spesa pubblica in Sicilia, emerge che le erogazioni sono destinate per oltre quattro quinti al finanziamento della spesa corrente.
Con una crescita del 7%, nel triennio 2006/’08, le entrate riconducibili a tributi propri pesano per quasi un quarto sul totale. Tra le più rilevanti ci sono l’Irap (imposta regionale sull’attività produttiva) e l’addizionale Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) che incidono rispettivamente per il 16% ed il 4%. Si tratta di dati di bilancio molto recenti, che sono stati trasmessi dal Rapporto 2009 sull’Economia della Sicilia, redatto dagli uffici della Banca d’Italia di Palermo. Nel dettaglio, proprio in riferimento al gettito dell’addizionale Irpef, i valori indicativi segnano un aumento di 20,7 punti percentuali, anche in connessione dell’aumento delle aliquote portate ai livelli massimi per la copertura del deficit sanitario.
Indubbiamente tali entrate mettono in atto, in pieno, la specialità siciliana, che seppur entro i margini disposti dallo Stato, si manifesta anche attraverso l’autonomia impositiva locale. Un presupposto che ha consentito alla Sicilia, a partire dal 2006, di disporre, attraverso la L.R. 12/07, l’incremento di Irap ed dell’addizionale Irpef. La prima maggiorata di 1 punto, raggiunge il 5,25%, per poi, attraverso la L.R. 244/08, essere ridotta al 4,82%; per il settore dell’agricoltura e della pesca, il quadro normativo vigente, prevede un’aliquota agevolata del 2,9%. Stabile all’1,4% la seconda aliquota, con una percentuale massima ammissibile.
Per quanto riguarda le Province, nel triennio 2005/’07 le entrate sono aumentate del 4,7%, pari a 58 euro annui pro-capite, con una media superiore rispetto alle altre regioni a statuto speciale, che si fermano a 51 euro. Un valore su cui influisce il + 3,3% dell’imposta sull’assicurazione Rc-auto, ed il 3,5% su quella di trascrizione. Stesso trend per i Comuni, che registrano un +3,4%, nello stesso triennio, anche se raggiungono una posizione inferiore rispetto alla media, con 246 euro pro-capite, contro i 279 euro delle altre regioni autonome. Per i Comuni la riscossione fa capo all’imposta sull’Ici e dall’addizionale comunale Irpef, aumentate rispettivamente del 2,9% e del 20,1%.
Alla fine del 2008 il debito delle amministrazioni locali era pari al 7% del Pil siciliano, raggiungendo un livello superiore rispetto alla media nazionale, ferma al 6,8%.
Nel 2009 le misure adottate hanno determinato il ridimensionamento del debito delle amministrazioni locali, che da quasi 8 miliardi di euro, raggiunge i 6,2 miliardi nel 2008, un dato sostanzialmente stabile rispetto al 2009.
Secondo i dati di Dexia-Crediop aggiornati al 14 aprile 2010, le principali agenzie internazionali hanno confermato i giudizi sulla solvibilità delle Amministrazioni locali siciliane che dispongono di un rating( Regione siciliana: A1,A+ e A rispettivamente per Moody’s, Standard & Poor e Fitch Ratings; Provincia di Trapani: A da parte di Fitch Rating). Sul finire del 2009 l’agenzia Fich Ratings ha assegnato alla provincia di Catania il rating A.