Che si faccia beneficenza o come si chiamano oggi “ammortizzatori sociali” è una decisione politica, ma che si gabellino queste spese come necessarie ai servizi da rendere ai cittadini è un inganno che volentieri smascheriamo.
C’è da aggiungere un secondo argomento: se il Governo ritenga equo favorire e pagare indennità ai circa 75 mila precari sopra elencati e lasciare nella disperazione gli oltre 100 mila disoccupati della Sicilia, che non sono stati miracolati e sono rimasti fuori dalle pubbliche amministrazioni. Come si può governare in nome dell’equità trattando in modo così diverso i cittadini, tra fortunati e sfortunati? Ovvero nella categoria di quelli che gravitano intorno alle segreterie politiche escludendo l’altra categoria di cittadini che non sono stati raccomandati.
Abbiamo più volte rimarcato questa situazione, ma non abbiamo ancora ricevuto una risposta chiara e inequivocabile. Comprendiamo le difficoltà di questo ceto politico che raccoglie l’eredità di malgoverno e clientelismo, ma non è più possibile solcare la strada dell’iniquità.
È venuto il momento di invertire la marcia. È noto agli economisti che per ogni miliardo investito, si creano 8/10 mila posti di lavoro. La Regione, nel settennio 2007/13, ha a disposizione 18 miliardi fra risorse europee, statali e proprie, ma ad esse si possono aggiungere altri 2,1 miliardi di risparmi annui come pubblichiamo nella tabella in prima pagina. Nel complesso, vi sono a disposizione già dal 2007 al 2010 circa 12 miliardi con cui si potrebbero mettere in moto oltre 100 mila posti di lavoro. Non solo, ma gli investimenti farebbero da volano ad altri investimenti, per cui è stimabile che in un triennio o in un quinquennio il cantiere Sicilia potrebbe creare ulteriori 100 mila posti di lavoro.
Qui si tratta di mettere in moto questo progetto, difficile ma realizzabile, su cui far confluire le migliori risorse professionali che vi sono a disposizione. Un ceto politico che impiantasse il grande progetto prima descritto sarebbe abilitato alle prossime elezioni del 2013 a chiedere il consenso che arriverebbe puntuale.
Provare per credere.