Rigassificatore e treno bomba

Alcuni parlamentari del siracusano si sono lamentati con noi per le inchiestepubblicate sulTriangolo della morte, con le quali abbiamo evidenziato lo stato di pericolo ambientale e territoriale, che non viene affrontato con adeguate soluzioni e corrispondenti investimenti. Il nostro lavoro si fonda su dati di fatto e non su inutili ideologie che portano lontano dalla realtà. I fatti possono sintetizzarsi come segue: 1. La concentrazione di impianti di raffinazione in un territorio relativamente piccolo ha creato l’aumento di tumori in unamisura quattro volte superiore alla media nazionale; ed anche l’aumento di aborti terapeutici e di nascite di bambini malformati. 2. Vi sono impianti obsoleti che andrebbero totalmente ristrutturati in modo da evitare pericoli e infortuni. 3.Tra il 2007 e il 2009 nel Triangolo della morte si sono verificati 193 incidenti, in media uno ogni tre giorni. 4. Vi sono tantissimi serbatoi fuori terra che vanno interrati. 5. Il mare antistante i pontili è talmente inquinato che i fondali sono asfissiatida residuialtimoltimetri. 
 
Ultimo,ma nonmeno importante, è il punto che segue. 6. Vi sono linee ferroviarie che attraversano tutto il territorio fra impianti, serbatoi, e depositi.Al riguardo, il direttore regionale delle Ferrovie ci ha comunicato inmodo generico che la situazione non presenta particolari rischi, ma non ci ha detto che gli impianti sono in sicurezza e che questo continuo via vai di treni merci non abbia potenzialipericoli. Martedì 29 giugno è stato l’anniversario del treno bomba che a Viareggio ha causato 32morti. L’inchiesta in corso ha già individuato degli indiziati che sono stati incriminati. Il processo ci dirà se essi sono innocenti o colpevoli oggettivamente. essuno avrebbe pensato che la rottura del carrello di una cisterna avrebbe potuto provocare il deragliamento e l’urtomicidiale con un serbatoio, da cui l’incendioe imorti. Vorremmo che il direttore regionale delle Ferrovie, il direttore dell’Inail di Siracusa e il direttore dell’Asp di Siracusa ci comunicassero che nel Triangolo della morte un eventodiquesto generenonpossa verificarsi.
 
Aspettiamo queste tassative assicurazioni, che pubblicheremo subito, dopo di che si potrà cominciare a discutere sull’opportunità di insediare in mezzo a tanti altri impianti anche un rigassificatore.
Vorremmo che fosse chiaro che la questione della sicurezza e della qualità ambientale sono precondizioni, per discutere sull’opportunità di fare tale nuovo impianto.
Non bisogna dimenticare, peraltro, le disastrose condizioni del porto di Augusta, di cui la riqualificazione e la bonifica, previste da molti anni anche con le risorse finanziarie disponibili, continuano a restare al palo.
In tema di sicurezza, il dirigente regionale dei Vigili del fuoco ha dato un parere generico senza però approfondire la questione, nonostante i serbatoi fuori terra e l’attraversamento dei convogli ferroviari.
Tutti i protagonisti di questa vicenda si muovono in modo cauto mentre invece dovrebbero dire con chiarezza e trasparenza, basate sui dati di fatto e non su generiche assicurazioni, che in quel territorio non vi sono problemi ambientali e problemi di sicurezza, con la conseguenza che un nuovo impianto, quale il rigassificatore, possa essere previsto.

La Regione ha una responsabilità al riguardo: avere trascinato la sua risposta al gruppo imprenditoriale che vuole fare investimento da cinque anni. Poteva e doveva arrivare ad una conclusione oggettiva e comunicare i dati di fatto con una autorizzazione o con la negazione della stessa autorizzazione. Trascinare per tanti anni una risposta non è serio, non fa bene all’immagine della Sicilia anche perché gli  investitori si passano la parola e sottolineano che con la nostra Isola è meglio non averci a che fare.
Sì sì, no no, come recita la Bibbia, ma dirlo in modo tempestivo e non dilatorio. Insomma un comportamento di tipo europeo e non di chi sta con il poncho sotto il sole e non si preoccupa di scacciare la mosca posata sul naso. Noi abbiamo posto gli interrogativi, come è dovere di chi fa inchieste. Ai responsabili delle istituzioni, a tutti i livelli, il dovere di dare risposte inequivocabili.