In Sicilia un dipendente del Servizio sanitario ogni 106 abitanti, in Toscana uno ogni 73 abitanti, ma la Sicilia spende di più in stipendi. Nel 2008 per 47.577 dipendenti ha uscito 2.980 milioni di euro, quasi tre miliardi, la Toscana per 51.225 dipendenti, 3.648 unità in più, ha speso 516 milioni in meno, ovvero 2.464 milioni di euro.
Come si spiega? Una cattiva distribuzione delle unità di personale tra le qualifiche. Innanzitutto si conferma quanto denunciato l’altro giorno dalla Corte dei Conti Sicilia: nella nostra Isola vogliono fare tutti i dirigenti. Per la Sanità addirittura ci sono 27 dirigenti, tra medici, non medici e direttori generali, ogni 100 dipendenti contro 19 ogni 100 in Toscana.
L’anno scorso la Regione siciliana per il personale del settore sanità ha speso circa tre miliardi di euro. Esattamente 2.977,909 mln euro. I dati sono pubblicati nella tabella allegata al Rapporto del ministero della Salute illustrato a giugno, a Roma, alla presenza del ministro Ferruccio Fazio.
La cifra, aggiornata a marzo, ha fatto registrare una diminuzione dello 0,1% rispetto all’anno 2008, quando la spesa ammontava a 2.980,234 mln euro.
Numeri – quelli del 2008 – che non si distanziano molto da quelli elaborati dalla Corte dei Conti, che li ha diffusi mercoledì scorso in occasione del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio finanziario 2009.
Nel 2008 per la magistratura contabile la Sicilia ha speso per il personale 2.973 milioni di euro per un costo complessivo del sistema sanitario di 8.435 milioni euro con un’incidenza del 37,54%.
Al di là della minima differenza tra le diverse uscite di denaro pubblico, probabilmente legate ai tempi in cui si ricevono i dati (quelli ministeriali sono aggiornati al 22 marzo) la cifra è servita a pagare le buste paga di 47.577 unità, il numero di personale in servizio al 31 dicembre, come riporta il Conto annuale dello Stato pubblicato dalla Ragioneria generale. Dal quale si evince, confrontandolo con i dati ministeriali, che se nel 2008 la Regione siciliana spendeva circa tre miliardi di euro per oltre 47 mila dipendenti, la Toscana che nella sanità registrava nello stesso periodo 51.225 mila persone in servizio, spendeva 2,5 miliardi.
Esattamente 2.464,892 mln, ovvero 516 milioni in meno rispetto alla Sicilia. E la Lombardia, con 102.418 dipendenti, spendeva quasi 5 miliardi di euro (4.869,836 mln), circa 2 miliardi in meno della Sicilia con le sue risorse umane sotto le 50 mila unità.
A prima vista, confrontando il dato siciliano con quello delle altre regioni, il numero dei dipendenti non giustificherebbe la spesa che si effettua nell’Isola. Salvo poi analizzare le figure professionali impiegate. Troppi medici e troppi amministrativi, poche unità tecniche, quelle che fanno funzionare le apparecchiature.
E se torniamo al personale impiegato negli ultimi anni, secondo la Regione siciliana, come ha riferito la magistratura contabile mercoledì scorso: “La spesa avrebbe registrato una diminuzione dell’1,4% rispetto al 2004”. Bene. Ma se si legge la tabella del Rapporto sanità 2009 del ministero, il costo del personale nel 2006 è lievitato del 10,1% rispetto al 2005. E c’è stato un incremento dell’1,8% rispetto al 2006 e del 2,4% nel 2007. Solo l’anno scorso la spesa è diminuita dello 0,1%. Percentuali che trovano una risposta nelle leggi regionali di riordino e contenimento dei costi della pubblica amministrazione (L. 19/2008) e della sanità (L.5/2009), nonché negli obblighi assunti dal governo con il piano di rientro concordato con lo Stato. Ma rimane sempre la questione di una spesa alta rispetto al numero di persone impiegate. Ha fatto presto il governo regionale a cantare vittoria dopo il giudizio della Corte dei Conti. I numeri, a volte, sono più di un semplice segno su carta bianca.