La crisi della nostra agricoltura colpa anche della burocrazia

PALERMO – Alla crisi del mercato e dei consumi si aggiunge, per le aziende siciliane del comparto agricolo, l’eccessiva burocrazia e la tortuosità delle regole e delle norme di settore, che rendono difficile l’accesso ai finanziamenti e agli incentivi e costituiscono un’incombenza quotidiana farraginosa, inutilmente ripetitiva e spesso di difficile comprensione.
È questo l’accorato allarme lanciato da Confagricoltura: “Servono norme più semplici in agricoltura  – ha affermato il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni -. La burocrazia è un peso, una zavorra ed un costo per le imprese agricole”. Confagricoltura, ha inoltre ricordato Vecchioni, già tre anni fa aveva “pesato” gli adempimenti richiesti dalla Pubblica Amministrazione e dai diversi Enti coinvolti.
 
Il carico complessivo delle incombenze burocratiche, su un’azienda agricola di medie dimensioni, in termini di tempo necessario, sottrae due giorni  di lavoro ogni settimana; oltre cento in un anno, quindi, interamente dedicati alla compilazione di carte e modelli, tolti invece al lavoro, al mercato e allo sviluppo dell’impresa. Da questa consapevolezza e dalla necessità di trovare delle soluzioni che non siano soltanto palliativi, ma che colgano i problemi alla radice, per una vera e duratura ristrutturazione del modo di fare impresa nel settore dell’agricoltura, il progetto economico di Confagricoltura per la competitività e la modernizzazione delle imprese agricole e per la radicale ristrutturazione del settore primario parte proprio dalla semplificazione normativa e burocratica. 
“Abbiamo iniziato dalla semplificazione, con proposte, consegnate nei giorni scorsi al ministro Galan – ha aggiunto Federico Vecchioni – per giungere a norme più semplici, e meno gravose sotto il profilo burocratico che riguardano tutti gli ambiti operativi: la nascita e lo sviluppo dell’impresa; il lavoro e la sicurezza dei lavoratori; la salvaguardia dell’ambiente e le energie da fonti rinnovabili; la salubrità degli alimenti messi in commercio; l’accesso ai sostegni messi a disposizione dalla Comunità Europea; gli adempimenti relativi al fisco”.
Un progetto unitario su larga scala, che si muove a 360 gradi, pensato in chiave di innovazione e crescita del settore, cercando di coinvolgere anche i giovani in un ambito, soprattutto per chi lo guarda dall’esterno, spesso dominato da stereotipi legati alla vecchia concezione del contadino chiuso alle novità e ai cambiamenti e lontano dalle istituzioni, spesso vissute come antagoniste. “Quello che Confagricoltura sta andando a comporre – ha proseguito – è un disegno organico di diverse articolazioni legislative legate tra loro e finalizzate a comporre un ‘unicum’ progettuale da cui possa nascere quella normativa di contesto indispensabile per ristrutturare il settore agricolo. Il nostro percorso – ha concluso Vecchioni – si delinea della massima attualità anche a fronte delle proposte fatte dal ministro Tremonti in fatto di semplificazione degli adempimenti per le piccole e medie imprese”.
 

 
PALERMO – Un aiuto alle imprese agricole siciliane arriva dalla convenzione firmata da Confagricoltura Sicilia, la Sgfa (Società di gestione fondi per l’agroalimentare) e Banca Nuova per facilitare l’accesso al credito delle aziende. L’accordo prevede che l’istituto creditizio si impegni ad assistere finanziariamente gli associati alla Federazione regionale degli agricoltori e a valutare con la massima tempestività le loro esigenze; che l’organizzazione imprenditoriale convogli verso la banca gli associati che richiedono assistenza creditizia; che la Sgfa (società al 100 per cento di proprietà dell’Ismea, braccio operativo del ministero delle risorse agricole) rilasci in favore della banca e a garanzia dei finanziamenti richiesti  una fideiussione diretta pari ad almeno il 50% del fido concesso.
 
Le linee di credito messe a disposizione da Banca Nuova riguardano prima di tutto i progetti approvati nell’ambito delle misure previste dal Psr 2007-2013, ma anche investimenti non direttamente legati al Piano quali il miglioramento fondiario, l’innovazione tecnologica e la valorizzazione commerciale dei prodotti. “è un’iniziativa – ha commentato Gerardo Diana, presidente di Confagricoltura Sicilia – alla quale attribuiamo grande importanza, anche perché giunge in un momento particolarmente difficile per il Paese”. (mg)