Per le auto blu, monitoraggio in corso

Palermo – Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione, sta contando il numero di autovetture pubbliche che circolano nel Paese. E vuole sapere come vengono utilizzate.
Sono di tre colori: “blu-blu”, blu e grigie. Le macchine “blu-blu” sono di rappresentanza politico istituzionale a disposizione di autorità, alte cariche dello Stato ed amministrazioni locali; le auto “blu” sono di servizio con autista a disposizione di alti dirigenti; le “grigie” sono vetture senza autista, riservate agli uffici per attività strettamente operative, ovvero visite ispettive, manutenzioni ed altro.   
Per avere il numero esatto delle auto, Brunetta a maggio ha commissionato un monitoraggio al FormezPa. Una delega necessaria, perché, si legge nel comunicato stampa: “Non esiste ancora un quadro preciso delle auto a disposizione delle pubbliche amministrazioni”. Una fotografia che manca “nonostante gli interventi legislativi che vanno dai primi anni Novanta ad oggi per monitorare e ridurre il parco delle auto blu”.
I primi risultati dell’indagine, che risalgono al 30 giugno scorso e rilevano il numero e l’utilizzo delle vetture nel triennio 2008-2010 (fino al 22 aprile), sono pubblicati sul sito del ministero. Che contiene anche l’elenco delle amministrazioni inadempienti. Tra queste figurano molti comuni siciliani appartenenti a quasi tutte le province, qualche Asp, e Camera di commercio. Nell’elenco, tra l’altro, troviamo l’Associazione nazionale Comuni e l’Unione delle province d’Italia.
In Sicilia, nella sanità, tra le maggiori strutture figurano le aziende ospedaliere Civico e Cervello di Palermo, Garibaldi e Cannizzaro di Catania, il Papardo di Messina. Nell’ultima settimana di giugno al ministero sono giunte le risposte di 500 amministrazioni. Tra i nuovi arrivi: le province di Messina e Ragusa; il comune di Catania e l’università di Messina. Gli enti avevano tempo fino al 7 luglio per mettersi in regola.
Secondo le stime disponibili, nel 2010 in Italia il parco auto – con esclusione delle vetture con targhe speciali dedicate a finalità di sicurezza e vigilanza – risulta di circa 90mila unità. Le “blu-blu” sono circa 10mila e 20mila sono quelle blu.
Il costo medio annuale per ogni singola auto è di circa 3.300 euro. E il personale impegnato per il parco auto ha 1,4 unità per autovettura. Tra le amministrazioni siciliane presenti nello studio del Formez e sul sito del ministero, c’è la provincia di Trapani con 4 auto “blu-blu”, 6 blu e 11 vetture grigie.
Fino al 30 giugno ha risposto il 31% delle 9.221 amministrazioni centrali e locali. Il decreto legislativo 78/2010 ha stabilito che per la voce “auto blu e buoni taxi” nel 2011 le pubbliche amministrazioni non potranno superare l’80% della spesa sostenuta nel 2009. A maggio la direttiva numero 6 del ministro Brunetta ha chiesto “non solo di fotografare, attraverso una nuova rilevazione, la realtà delle auto blu ma anche certificare la spesa sostenuta nel 2009”.
Pubblicheremo un aggiornamento del parco auto, non appena saranno disponibili i dati definitivi del ministero.
 

 
“Usare il taxi al posto delle auto blu”, la proposta del QdS dopo l’esempio dell’Agenzia delle Dogane della Sicilia
 
Chi sono i beneficiari delle Audi A6 2700 TD noleggiate e in uso al Parlamento siciliano? Quanto costano ogni anno? Come è possibile che ne possa fare uso anche un ex presidente che non siede più all’Ars? Sono informazioni che tutti i cittadini devono conoscere, dal momento che hanno per oggetto l’utilizzo di soldi pubblici e il Quotidiano di Sicilia ha sempre prestato attenzione a questi argomenti. Un esempio le inchieste nelle pagine riportate qui a fianco.
“Usare il taxi al posto delle auto blu” la proposta del “Quotidiano di Sicilia” pubblicata il 7 febbraio 2009, come idea per fare risparmiare la Regione. Nel bilancio di previsione 2009 gli autoveicoli in uso risultavano comportare una spesa di ben 2,2 milioni di euro, del tutto in contrasto con la linea tracciata da Tremonti in una circolare del novembre 2008, che esortava a limitarsi a una spesa pari al 50 per cento di quella sostenuta nel 2004. E così il QdS ha riportato l’esempio dell’Agenzia delle dogane della Sicilia che ha sperimentato nel 2009 l’uso del taxi a 18 euro l’ora, grazie ad una convenzione. Un esempio che sarebbe utile seguire.
 
L.R.