Palermo – Il carovita non perdona nemmeno al Sud. Il capoluogo siciliano è tra le dieci città più care d’Italia, insieme a Napoli e Caserta. È quanto risulta dalle rilevazioni dell’Ugl, che ha calcolato il carovita non solo in base al semplice carrello della spesa, ma aggiungendo anche altri fattori come le utenze domestiche, l’rc auto, il trasporto pubblico.
Che al Sud la vita costi meno rispetto al Nord dunque è l’ennesimo mito da sfatare; in fondo alla classifica si trovano tutte città del Nord: Udine, Pordenone e Lodi, rispettivamente terzultima, penultima e ultima. Il punto di partenza dello studio dell’Ugl è la graduatoria stilata dal quotidiano “Il Sole 24 Ore” sulla spesa delle famiglie in 57 capoluoghi di provincia. Il sindacato ha aggiunto al paniere di beni presi in esame dal quotidiano (20 beni di largo consumo) altri 5 fattori che hanno un impatto significativo sui bilanci familiari: utenze domestiche, automobile (rca e carburante), trasporto pubblico locale, nascita di un figlio, mutuo.
Il risultato della simulazione è un dato più “trasversale” che contrasta con la canonica divisione nord-sud: si può vivere al sud e soffrire un alto costo della vita, come si può vivere al nord e poter spendere di meno. Con riferimento alle sole utenze, le città più care risultano infatti Reggio Calabria, Palermo e Pistoia, mentre quelle meno care Lodi, Varese ed Udine. Alla voce “trasporto pubblico urbano” è invece il capoluogo siciliano ad avere il primato, seguito da Perugia e Rovigo, le città meno care sono Lodi, Bolzano e Asti. Anche in riferimento all’accensione di un mutuo, Palermo è tra le città più care, seconda a Roma e seguita da Padova.
L’Ugl ha evidenziato che la graduatoria del caro-vita è altresì influenzata da altri fattori quantitativi (servizi di welfare locale) e qualitativi (ambiente, tempo libero) che hanno un costo economico per il cittadino utente, ma anche dalla tassazione regionale e comunale che incidono sul reddito disponibile delle famiglie. Ad esempio, Palermo e Genova nella graduatoria del Sole 24 Ore sono divise da 512 euro a favore della località ligure. Al termine dell’analisi dell’Ugl, tenendo conto di altri costi come addizionale Irpef regionale, addizionale comunale, Irap IPT e bollo auto, invece, il capoluogo siciliano supera di 26 euro la città della Lanterna. Ma gli italiani hanno già iniziato a difendersi dal caro prezzi, in particolare da quello alimentare.
“Più di un italiano su due (52%) – ha affermato la Coldiretti – ha acquistato almeno una volta direttamente dal produttore agricolo”. In Italia sono saliti a 60.700 i frantoi, le cantine, le malghe e le cascine dove è possibile comperare direttamente, ai quali si aggiungono 251 mercati degli agricoltori aperti dalla Coldiretti. “Dei circa 2,7 miliardi spesi dagli italiani per acquistare direttamente dai produttori agricoli, ben il 43% – spiega la Coldiretti – viene destinato all’acquisto di vino in cantina, mentre il 23% all’ortofrutta, il 12% per i formaggi, il 7% per carni e salumi, il 6% per l’olio di oliva e il 5% per le piante ornamentali”.