PALERMO – C’è una buona notizia: dodici milioni d’italiani differenziano oltre il 50% della spazzatura. Numeri da record in 1488 Comuni virtuosi in tutto la Penisola. Sono i risultati dell’indagine dell’Ecosportello, punto informativo di Legambiente.
Il Nord Italia si conferma sempre al top della classifica “Ricicloni 2010” stilata da Legambiente. Ottimi risultati registrati in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte. Buoni segnali al Sud: cominciano a farsi strada, in particolare in Campania, Sardegna e Sicilia, le buone pratiche riguardo alla differenziazione dei rifiuti.
Secondo la classifica Il Veneto svetta in cima alla classifica con una percentuale del 67% delle amministrazioni virtuose sul totale dei comuni, seguito dal Friuli Venezia Giulia con il 34,2%, dalla Lombardia con il 28,8% e dal Piemonte con il 23,9%. In Campania sono 84 i comuni da cui prendere esempio in materia di differenziata. Spiccano poi le esperienze dei 37 comuni sardi, dei 9 comuni del Lazio, dei 4 calabresi, dei 2 della Basilicata e, per la prima volta nella storia di Comuni ricicloni, di uno della Puglia (Monteparano, provincia di Taranto). Premiati 7 comuni siciliani che si sono particolarmente distinti nell’ultimo anno. Quattro comuni si trovano in provincia di Trapani, appartenenti all’Ato Tp2: Gibellina (61,6% di raccolta differenziata), Partanna (57,9%), Vita (54,7%) e Santa Ninfa (52,8%). Gli altri tre in provincia di Agrigento, Ato Ag1: Villafranca sicula con il 70,6%, Lucca sicula (69,8%) e Calamonaci (58,8%).
“Questo risultato – dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente – dimostra quanto sia possibile anche in Sicilia portare avanti politiche virtuose nel sistema dei rifiuti. Non si può prescindere dalla raccolta differeziata e non è neanche difficile. Occorre ricordare a tutti, a partire dal Governo nazionale, che la gestione dei rifiuti sulla raccolta differenziata non è una facoltà o un’opzione, ma un obbligo di legge. Lo impongono: le direttive europee, la normativa nazionale (decreto legislativo 152/2006) e, dallo scorso aprile, anche una normativa della Regione siciliana. Il buon piazzamento di tanti comuni siciliani, nella classifica dei Comuni ricicloni, è la migliore risposta data al Governo nazionale che vuole imporre all’isola, a tutti i costi, il ritorno al sistema degli inceneritori”.
“Denunciamo il ricatto – dichiara Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia – del Governo nazionale nei confronti della Sicilia che cerca di proporre un sistema realmente basato sulla gestione integrata dei rifiuti, attraverso la riforma degli Ato ed un nuovo piano dei rifiuti attualmente in corso di redazione, per spingerla a ritornare indietro, facendo rientrare dalla finestra gli inceneritori dell’ex governatore Cuffaro. Ribadiamo, comunque, la nostra contrarietà alla dichiarazione di emergenza. Sbaglia a chiederla il Presidente della Regione. La vera grande scommessa è riuscire a riordinare il settore dei rifiuti in via ordinaria, dando piena applicazione alla riforma, soprattutto, per centrare l’obiettivo del 65 per cento entro il 2015”.
Per diventare Comune Riciclone occorreva superare la soglia del 50% di raccolta differenziata. Ai comuni sotto i 10.000 abitanti delle regioni del Nord Italia la giuria ha invece imposto il superamento della soglia del 55%. Il vincitore assoluto dell’edizione 2010 è il comune di Ponte nelle Alpi (BL), 8.499 abitanti. Spicca poi il risultato di Salerno, miglior capoluogo riciclone del Centro Sud, per aver raggiunto il 60,3% di raccolta differenziata.
Grazie ai servizi di raccolta differenziata, le amministrazioni comunali premiate hanno evitato 2,3 milioni di tonnellate di Co2, pari al 5% dell’obiettivo del protocollo di Kyoto per la nostra nazione. A ciò va aggiunto che 7 milioni di tonnellate di rifiuti sono state sottratte allo smaltimento in discarica.
Ma tiene banco l’emergenza rifiuti in Sicilia e le voci insistenti sulla costruzione di termovalorizzatori: “Nonostante l’imperdonabile silenzio di molti media nazionali – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -, ci sono regioni come la Sicilia che vivono una grave emergenza rifiuti con montagne di immondizia in strada, spesso oggetto di pericolosi incendi. Con la scusa della crisi palermitana, ancora una volta il governo vorrebbe imporre un commissariamento e realizzare altri mega inceneritori. Soluzione niente affatto utile perché, nella migliore delle ipotesi, entrerebbero in funzione tra 5 anni. Il modello da seguire esiste già anche sull’isola ed è costituito dai comuni ricicloni trapanesi e agrigentini che hanno performance di raccolta e riciclaggio paragonabili a quelli del Nord Italia. La rinascita del Centro Sud Italia deve partire dalle migliori esperienze ormai consolidate: le grandi città, a partire dalla Capitale, devono seguire l’esempio di Salerno, che ha finalmente sfatato il mito dell’impossibilità di fare la raccolta domiciliare su tutta l’area urbana”.