PALERMO – Diamo uno sguardo alla realtà siciliana. Quanti sono ad oggi gli associati che la Cna rappresenta nella nostra regione? C’è stato un incremento del numero delle sedi territoriali?
“In Sicilia la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa conta circa 30 mila associati, 9 sedi provinciali e quasi 100 sedi territoriali. Nonostante le imprese stiano vivendo un momento drammatico, la nostra è una realtà in continua crescita. Il numero degli associati non è diminuito e le sedi territoriali si sono raddoppiate negli ultimi due anni. Vorrei sottolineare che la nostra Confederazione fa parte del progetto "Rete Imprese Italia", un nuovo organismo unico di rappresentanza che vede per la prima volta insieme i commercianti, gli artigiani e le piccole imprese. I presidenti delle cinque associazioni che hanno siglato l’accordo, Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confesercenti e Casartigiani, si alterneranno alla guida ogni sei mesi. La nuova organizzazione, che rappresenta una platea di circa due milioni e mezzo di imprese a livello nazionale, al di là dei soggetti che la costituiscono, negli anni a venire crescerà sempre di più”.
Potrebbe illustrarci i vari servizi che offrite agli associati?
“Oltre ad offrire servizi integrati e consulenze personalizzate alle imprese, ci occupiamo della cosidetta politica sindacale, che in Sicilia ha una valenza maggiore rispetto ad alcune realtà del Nord. La Cna è stata infatti la prima organizzazione dell’artigianato a sottoscrivere accordi con i sindacati dei lavoratori. Da oltre sessant’anni rappresentiamo e tuteliamo gli interessi delle imprese artigiane, delle Pmi e di tutte le forme del lavoro autonomo. Negli anni l’evoluzione ci ha portato a creare una gamma di servizi sempre più variegata, per andare incontro alle numerose esigenze delle imprese. Per quanto riguarda la formazione professionale e culturale dei dipendenti e degli imprenditori, la nostra Confederazione opera mediante l’Ecipa (Ente confederale istruzione professionale artigianato e piccola e media impresa). E’ risaputo che alcune figure artigiane stanno via via scomparendo. Per cercare di arginare questo fenomeno, la Cna svolge anche delle attività di sensibilizzazione verso i giovani di tutto il territorio. Attraverso l’Epasa (Ente di patronato per l’assistenza sociale agli artigiani), svolgiamo gratuitamente una serie di attività a favore degli artigiani e delle loro famiglie. Come previsto dalla legge sui patronati, l’Epasa fornisce assistenza e consulenza in materia di sicurezza sociale e informazioni sul mercato del lavoro, sul risparmio previdenziale e sul diritto di famiglia e delle successioni. A questi si aggiungono i servizi Cna Informatica, Impresa sensibile e il Caf per le consulenze”.
Il patronato Epasa, l’Ecipa e il Caf, sono dunque i vostri punti di forza. State creando nuovi servizi per gli associati?
“A questi servizi abbiamo aggiunto di recente delle novità piuttosto interessanti. La prima riguarda il "raggruppamento di interessi". Abbiamo poi istituito la "Cna professioni" e la "Cna persone". Attraverso i nostri Caf e attraverso le nostre strutture, abbiamo scoperto che da noi transitano a livello nazionale circa tre milioni di persone l’anno. Nel corso dell’ultima assemblea abbiamo inoltre istituito la “Cna impresa” per le imprese che contano più di 15 dipendenti”.
In che modo sono suddivise le categorie degli artigiani iscritti?
“Di recente abbiamo effettuato una sorta di ristrutturazione. I nostri associati sono suddivisi in dieci unioni di categoria dotate di autonomia a livello locale, provinciale e regionale. In questo nuovo scenario la Cna rappresenta la "casa madre". In precedenza contavamo 27 associazioni di mestiere che sono state successivamente accorpate in queste 10 unioni. Per fare un esempio tutte gli imprenditori che operano nel campo dell’edilizia sono stati inseriti in un unica filiera, tutti gli operanti nel campo medico e della salute in un’altra ancora e così via”.