Feoga 2000-2006: 95 milioni di euro gli importi che risultano irregolari

PALERMO – La Sezione di controllo per la Regione siciliana, presieduta dal Presidente Rita Arrigoni, con la deliberazione n.118/2010, ha concluso l’indagine relativa alle frodi e alle irregolarità nell’utilizzo dei finanziamenti destinati alla Sicilia del fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (Feoga) per il periodo di programmazione 2000-2006.
L’indagine, curata dal referendario Giuseppa Cernigliaro, si è svolta nei confronti dell’ex Assessorato agricoltura e foreste (ora Assessorato alle risorse agricole e alimentari) e ha riguardato soprattutto il funzionamento dei controlli interni attivati dall’Amministrazione regionale.
Secondo i dati dell’Ufficio antifrode della Commissione europea, la Sicilia risulta fortemente interessata dal fenomeno delle irregolarità. Per quanto riguarda il Feoga, gli importi non regolari riferiti alla programmazione 2000-2006 ammontano complessivamente ad oltre 95 milioni di euro, di cui 45 milioni relativi ai fondi sinora gestiti dall’Agea (sezione Garanzia del Feoga) e 50 milioni relativi ai finanziamenti gestiti dalla Regione siciliana (sezione Orientamento del Feoga).
La relazione della Corte evidenzia la necessità di potenziare le  iniziative di contrasto alle irregolarità non limitandosi ai controlli documentali ma intensificando i controlli con accesso diretto presso le aziende beneficiarie. Significativa a riguardo appare la circostanza che le irregolarità di importo più consistente vengano individuate soprattutto dalla Magistratura e dalla Guardia di Finanza. 
La Corte manifesta inoltre forte preoccupazione per la modesta entità degli importi recuperati e per il notevole lasso di tempo che intercorre tra l’accertamento dell’irregolarità e il concreto recupero da parte dell’Amministrazione.
La relazione mette infine in evidenza che la presenza di elevati contributi irregolari espone la Regione siciliana al rischio di dovere restituire alla Commissione europea i finanziamenti indebitamente erogati. Infatti, la normativa comunitaria prevede la responsabilità finanziaria dello Stato membro in caso di mancato o parziale recupero dell’erogazione non regolare.