Lei è Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Enna dal 2005, può farci un breve bilancio di questo quinquennio?
“É un bilancio abbastanza positivo, caratterizzato sotto il profilo della valorizzazione del patrimonio archeologico di Enna da due fatti principali: i lavori della Villa imperiale del Casale e il rientro dall’America dei reperti trafugati. I lavori della Villa imperiale del Casale erano appena stati avviati al mio arrivo ad Enna, c’era stata una bufera per un progetto avveniristico promosso da un progettista che aveva scatenato una serie di polemiche e che avevano causato i cambiamenti al vertice. Mi sono trovata nella necessità di procedere nei tempi più brevi possibili, in collaborazione con l’alto Commissario, all’elaborazione di un progetto che era stato affidato in subordine al Centro regionale del Restauro. Al momento i lavori, giunti a metà, sono ancora in corso d’opera e secondo il calendario dovrebbero essere consegnati entro marzo 2011. Il restauro è costato complessivamente 24 milioni di euro, di cui 18 milioni provenienti dai finanziamenti Por gestiti dal Centro regionale del Restauro e 6 milioni finanziati sempre dai Por e gestiti dalla Provincia per le zone antistanti (parcheggio e zona commerciale).
Altro fatto importante è stato il rientro dall’America dei reperti trafugati, fatto inaspettato perché precedentemente si era cercata una sorta di collaborazione con lo Stato Italiano che lottava per il recupero. Nel corso del tempo sono rientrati prima gli acroidi restituiti dalla Virginia University, poi gli argenti del III Secolo, composti in parte da simposi di lusso e altri riferibili alla sfera del culto e per ultimo il rientro della statua di Afrodite, che dal 1988 si trova nelle sale del Paul Getty Museum di Los Angeles. Il rientro, previsto per la prossima primavera 2011, si è reso possibile grazie ad una perizia petrografica che ne ha dimostrato la provenienza della Sicilia centrale del calcare utilizzato. Abbiamo anche stabilito un accordo con il Getty Museum per una forma di collaborazione che prevede scambi a vari livelli (know-how, tecnologie, informazioni e reperti)”.
Quali altri lavori verranno consegnati entro l’anno oltre alla Villa del Casale?
“In autunno riporteremo anche gli argenti, che adesso stanno per partire per Shanghai, a Morgantina e ad Aidone e li esporremo lì definitivamente. Contemporaneamente, la Soprintendenza sta allestendo il Museo diocesano di Piazza Armerina e il Museo diocesano di Nicosia. Abbiamo completato da poco, ed in fase di collaudo, il restauro del tetto ligneo di Nicosia, mentre è iniziato il lavoro di restauro della torre campanaria della Cattedrale di Nicosia, le cui condizioni sono molto critiche e di cui si prevede la consegna dei lavori entro l’anno prossimo”.
Qual è la situazione dei musei ad Enna?
“È un punto molto negativo. Allo stato attuale Enna ha attualmente, tranne Aidone e Centuripe, i due musei principali, il Museo archeologico di Palazzo Varisano e il Museo Alessi, entrambi chiusi. Il Museo Alessi, di proprietà diocesana, è stato aperto per diversi anni a cura del Comune. In seguito ad un dissesto economico comunale il Museo chiuse, visto che non vie erano i soldi per pagare la cooperativa che se ne occupava e da allora non c’è stato più verso di riaprirlo. Tra l’altro, il palazzo in cui è ospitato il Museo Alessi versa in condizioni disastrate, c’è bisogno di un intervento consistente e di una volontà politica di trovare le risorse per aprirlo, se ne discute molto ma mancano delle soluzioni concrete.
Il Museo Varisano è, invece, chiuso da diversi anni per motivi di adeguamento alle norme di sicurezza ed ha bisogno di un intervento strutturale forte di 350 mila euro, che speriamo di riuscire a trovare da qualche Fondo europeo. Conclusione: Enna, città capoluogo, si trova senza una struttura museale aperta, mentre ha due strutture belle una a Morgantina, riaperta da poco e per il quale è stata tra l’altro finanziato sui Poin un progetto di ulteriore ampliamento che permetterà l’ampliamento della collezioni. Mentre per Aidone si prevede la realizzazione di un secondo polo museale con il recupero della chiesa di San Vincenzo Ferreri”.