I giovani talenti vengono selezionati e inseriti in un percorso formativo che si completa con laurea e master in giro in diverse parti del mondo, per cui quando essi ritornano apportano all’organizzazione dello Stato e dell’economia grande innovazione ed efficienza, che consente di migliorare rapidamente le performance.
Lee Kuan Yew è stato al potere per 31 anni. Pur essendo considerato il padre della patria dette spontanee dimissioni e, in base a una riforma costituzionale, il successore Goh Chok Tong, fu eletto nel 1993 con il sistema presidenziale. Oggi è presidente Sellapan Ramanatan, eletto nell’agosto del 1999 e successivamente confermato.
A Singapore l’economia è molto sviluppata nei settori dell’elettronica e della finanza, mentre l’agricoltura ha un’importanza minima. La politica del premier ha fortemente incentivato gli investimenti stranieri, che hanno insediato industrie chimiche, di raffinazione e farmaceutiche. Il Paese, sito nell’Oceano Indiano, è al centro di traffici commerciali intensi per favorire i quali esso è una sorta di grande zona franca: possono entrare semilavorati e uscire prodotti finiti senza imposte.
Il Pil della Sicilia è di poco più della metà, attestandosi sugli 85 miliardi di euro contro i 142 di Singapore. La nostra disoccupazione è oltre il 15 per cento, là inferiore al 3 per cento. La capacità di attrarre investimenti da noi è molto vicina allo zero perché non abbiamo condizioni competitive, dal momento che la macchina pubblica ostruisce anziché agevolare. Qui da noi il ceto politico, anziché occuparsi di realizzare un alto progetto di sviluppo, amplifica con un insano clientelismo gli organici della Pubblica amministrazione.
Se possiamo permetterci un sommesso suggerimento, vorremmo consigliare al presidente dei siciliani, Raffaele Lombardo, di mandare a scuola a Singapore i più alti vertici delle Regione, parecchi suoi assessori e suggerire al presidente dell’Ars, Francesco Cascio, di organizzare una delegazione di parlamentari che risiedano a Singapore per almeno un mese, per capire come si fà.
Non c’è da inventare nulla, basta copiare processi di sviluppo virtuosi che altri hanno realizzato, come regioni europee (Baviera, Catalogna e Lorena) che hanno ribaltato il loro stato sociale ed economico.