Ma emerge una seconda questione non meno importante. Se il Presidente della Regione ha determinato in 496 il numero dei dirigenti necessario per governare la macchina amministrativa, nulla ha scritto di cosa debba farsene degli altri 1504. Di questi molti sono dirigenti addetti a attività di studio e ricerca, ma senza avere alcunché da dirigere. Tradotto, significa che la Regione pagherà molti di questi 1504 come colonnelli mentre poi saranno utilizzati come sergenti. L’ennesimo spreco di danaro inqualificabile a fronte di tutte le attività economiche che languono, per l’incapacità di un apparato amministrativo che dovrebbe avere una funzione propulsiva per la costruzione di infrastrutture e l’attivazione di nuovi soggetti produttivi.
Man mano che elenchiamo i privilegi – qualche giorno fa abbiamo indicato quello dei pensionati regionali – si costruisce un quadro d’insieme che spiega perfettamente come mai questa regione sia inchiodata al palo da 64 anni. Ricordiamo anche l’incredibile privilegio di deputati, dipendenti e dirigenti dell’Assemblea regionale, che senza alcuna logica ed equità godono gli stessi trattamenti del Senato in virtù della legge regionale 44/65.
Essere in ordine con la coscienza: questo è l’imperativo del ceto politico siciliano. Perché solo essendo in ordine si può discutere da pari a pari, sia con lo Stato che con le altre Regioni. Scopare davanti al proprio uscio ed evitare il becero gioco secondo il quale, per esempio, la Sicilia si trova in una condizione meno brutta di altre Regioni perché ha speso il 5,6 % di risorse europee mentre altre hanno speso di meno, così come ha detto Robert Leonardi, componente della cabina di regia sui Fondi strutturali della Regione. Leonardi, invece, avrebbe dovuto mettersi a piangere dicendo che la Sicilia ha speso solo il 5,6% di risorse mentre a metà del settennio avrebbe dovuto spenderne il 50 %, pari a 9 mld.
Questo modo di compiacersi delle disgrazie altrui deve cessare. Noi dobbiamo competere con i migliori e non fare guerre fra poveri. I poveri di spirito non ci interessano.
Le risse politiche, lo sfracello amministrativo, il continuo perdere tempo sono elementi negativi che devono finire. Non c’è più tempo per i malvagi. Ora ci vogliono i capaci.