CATANIA – L’indicazione è contenuta nell’articolo 4 dell’ordinanza n. 3887 del 3 luglio scorso, firmata dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, con la quale il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, viene nominato Commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza nel settore della gestione dei rifiuti in Sicilia. E’ scritto: “al fine di raggiungere un’adeguata capacità complessiva di smaltimento dei rifiuti prodotti nella regione, il Commissario delegato è autorizzato a disporre la progettazione, la realizzazione e la gestione, con il sistema della finanza di progetto, degli impianti di termovalorizzazione individuati nel piano regionale di gestione dei rifiuti come adeguato ai sensi dell’art. 2, favorendo l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili a salvaguardia della salute della popolazione e dell’ambiente; a tal fine il Commissario delegato individua, sentite le province competenti, aree di sedime idonee alla localizzazione degli impianti di termovalorizzazione anche in deroga alle previsioni edilizie ed urbanistiche vigenti”. In sintesi: torna la stagione dei termovalorizzatori in Sicilia e questa volta la loro realizzazione è più concreta di prima.
Il passaggio riferito alle “migliori tecnologie possibili a salvaguardia della salute della popolazione e dell’ambiente”, lascia almeno margini per sperare in impianti moderni, capaci di non sparare in aria veleni (diossine in prima fila) in quantità uguale a ciò che viene bruciato (rifiuti solidi urbani).
L’identikit corrisponde ad una soluzione che più di un anno fa il Quotidiano di Sicilia aveva invocato: il dissociatore molecolare. Si tratta di un impianto meno costoso da realizzare (circa il 30%), che si costruisce in circa metà tempo e, soprattutto, molto meno inquinante. Lo spiega Alberto Zucchelli, vice presidente della Energo srl, la società che ha realizzato l’unico dissociatore oggi funzionante (da pochi mesi) in Italia, a Peccioli (Pisa). Lì sono gli stessi abitanti ad essere proprietari dell’impianto.
Il dissociatore molecolare – dice Zucchelli al telefono – si usa su tutte le sostanze che possono essere bruciate. Ma la differenza con il termovalorizzatore è quella che passa tra la brace e la fiamma: il dissociatore non produce fumo ma syngas, che è il precursore di tutti gli idrocarburi. Ilsyngas viene utilizzato per produrre energia. Infatti, alla base della filosofia del dissociatore molecolare vi è la produzione di energia tramite i rifiuti e non il contrario”. E in Sicilia, dove abbiamo il problema inverso? “Beh, certo. Ogni impianto va progettato sulle caratteristiche del territorio”.
“Rispetto ad un inceneritore (termovalorizzatore, ndr) questa tecnologia – continua Zucchelli – ha un livello di emissioni di polveri sottili di alcuni ordini di grandezza inferiori. Per le sue caratteristiche funzionali, inoltre, non è in grado di produrre diossine e vapori metallici”.
Nel mondo sono circa 100 le macchine che utilizzano la tecnologia della trasformazione del materiale organico in syngas. Il processo avviene in un ambiente chiuso, in carenza di ossigeno, sviluppando una curva termica compresa resa tra i 300 e i 550° C.
“Il processo di dissociazione molecolare – informa una nota di Energo – si sviluppa in un periodo di circa 24 ore, consentendo di avvinarsi meglio ai tempi naturali di degradazione delle molecole. Il prodotto finale è costituito da gas di sintesi avente potere calorico tra i 1, 2 e i 4 Kwh/Nm3, valore che ne permette l’utilizzo in sostituzione e in aggiunta in quasi tutti gli impianti che utilizzano gas naturale, e con un livello di pulizia equivalente al gas naturale”. Durante il processo di dissociazione molecolare non vi sono emissioni in atmosfera in quanto si tratta di un processo di trasformazione realizzato in ambiente sigillato.