CATANIA – Un nuovo itinerario storico-culturale per subacquei diversamente abili, ambientato tra resti archeologici di ancore romane giacenti in mare, è stato inaugurato da recente nella Baia di Capomulini, zona C della riserva parziale del AMP Isole Ciclopi.
Il progetto sul “Percorso Archeologico Subacqueo Tattile” è stato realizzato dal coordinamento di vari enti, quali la Soprintendenza del Mare, l’Area Marina Protetta Isole Ciclopi, l’Università di Catania e CUTGANA, l’Istituto per ciechi “Ardizzone Gioeni”, l’Associazione diversamente abili LIFE Onlus, e l’assistenza per fini di sicurezza del Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco della città etnea e Nucleo Sommozzatori Carabinieri di Messina.
Il percorso tattile di biologia marina e archeologia è costituito da resti di ancore giacenti nel fondale marino, lungo circa 120 metri lineari con una profondità che varia tra 18 e 22 metri, ed è costituito da otto frammenti (ceppi) di ancore romane in ferro (dal I sec. a.C fino al XV d.C.) e sette copie ceramiche, fedeli agli originali, di anfore romane, inserite appositamente nel contesto.
Ogni reperto è dotato di 2 cartellini didascalici plastificati, leggibili da normodotati e da non vedenti grazie all’utilizzo della scrittura in Braille, e oltre alla lettura delle caratteristiche dei reperti i non vedenti avranno l’opportunità di “vedere con le mani”, toccando le copie dei reperti appositamente collocate lungo il percorso: difatti sono collegati tra loro da una piccola cima di riferimento, ancorata al fondo, che i subacquei diversamente abili potranno sfruttare come guida.
L’iniziativa nasce dall’idea di valorizzare un preesistente percorso archeologico sito nella baia di Capo Mulini in seguito agli studi eseguiti tra il 1995 e il 2000 dal docente ordinario di Topografia dell’Università di Catania Edoardo Tortorici, per rendere fruibile l’area sia a persone diversamente abili che normodotati subacquei.
L’Associazione L.I.F.E. onlus (Life Improvement For Every disable person) insieme alla Soprintendenza del Mare hanno avviato il progetto coinvolgendo gli altri enti, ponendosi come obiettivo principale quello di offrire pari opportunità culturali altrimenti negate a persone gravemente limitate fisicamente: “vincere una sfida con se stessi e contro il pregiudizio, abbattere cioè le barriere fisiche e mentali che aleggiano intorno alla disabilità, ed essendo molti i modi possibili per farlo – spiega il Presidente della LIFE Carmelo La Rocca – abbiamo scelto lo sport, inteso come momento di crescita individuale, aggregazione e confronto e cultura”.
Presente alla cerimonia di apertura del “Percorso Archeologico Subacqueo Tattile” il Soprintendente del Mare, Sebastiano Tusa, il quale ha ricordato che “si tratta di un traguardo importante raggiunto grazie alla collaborazione di diversi enti, e che si aggiunge a quelli già raggiunti in Sicilia; un’iniziativa fondata sulla solidarietà che permetterà a tutti di ammirare un patrimonio archeologico importante promuovendo lo sviluppo ecosostenibile del territorio”.
“L’iniziativa, oltre a renderci felici e soddisfatti, ci permette di avere nuovi spazi come il mare e il suo patrimonio – spiega il Presidente provinciale dell’Unione italiana ciechi, Antonino Gemmellaro – perché tutti hanno diritto di godere di queste bellezze naturalistiche e archeologiche”.
Focus. Un fondale ricco di passato
Catania – Nel nostro Paese la prima Soprintendenza del Mare è stata istituita in Sicilia, qualificando la Regione Siciliana nell’area delle politiche per la tutela, gestione e valorizzazione della cultura del mare in Sicilia, anche con compiti di ricerca, censimento e fruizione delle sue risorse archeologiche sottomarine e del patrimonio demo-antropologico dei mari siciliani e delle sue isole minori, ispirandosi alla Grecia che possiede una struttura analoga.
Dando attenzione alla zona di mare a noi più vicina, dalla costa ionica è stato acquisito il “Percorso Tattile Isole Ciclopi” che arricchisce la rete di percorsi subacquei istituiti dalla Soprintendenza del Mare in tutta la Sicilia: a Cala Gadir e a Cala Tramontana di Pantelleria, a Ustica, ai Faraglioni di Scopello, a Filicudi e a Panarea, a Levanzo, i subacquei hanno già la possibilità di effettuare una rivisitazione del passato tra relitti con carichi di anfore e varie strutture sommerse, dando anche la possibilità di fruire di immagini subacquee da terra tramite un sistema di video sorveglianza, per ora installato a Pantelleria e a Levanzo.