PALERMO – “Un sistema che cambierò radicalmente con la stipula di convenzioni al posto delle sovvenzioni”. è questo il primo punto della riforma dell’assessore regionale alla Formazione professionale, Mario Centorrino, riguardo al complesso settore.
Lo ha detto a chiare lettere nel corso di un incontro con le organizzazioni di categoria e ora intende portare avanti questa sua prerogativa per fondare le basi in vista di una rinnovata formazione siciliana, oggi piena di contraddizioni, di sprechi e di paradossi.
Non sarà però affatto facile invertire questo trend perché si prevede il passaggio dall’attuale sovvenzione (cioè enti che vengono interamente finanziati dalla Regione per portare avanti l’attività) alla convenzione (che dovrebbe invece comportare una compartecipazione di spesa e servizi). Infatti, almeno per il momento, non si è approfondito in che modo si potrà passare a questo diverso regime.
“Si andrà anche nella direzione – dice Centorrino – di costituire un albo degli operatori della formazione professionale e di bloccare assunzioni e turn-over, di estendere i benefici del fondo di garanzia ai lavoratori con assunzione a tempo indeterminato al 31 dicembre del 2008, di volere inibire l’ammissione al finanziamento di enti che hanno debiti certi nei confronti dell’amministrazione o che non sono in possesso del Durc, il documento di regolarità contributiva. E poi ancora andremo a rivedere il sistema di accreditamento e consentiremo agli enti che non hanno una dotazione di almeno 10 mila ore di consorziarsi di istituire misure di accompagnamento alla fuoriuscita per il personale”.
Tutte importantissime novità che per la prima volta sono state spiegate nel dettaglio dall’assessore regionale che sin dal suo insediamento ha parlato di riforma radicale del settore. Sulla proposta governativa, che non è stata illustrata in profondità, si sono registrati numerosi interventi. La Uil che era rappresentata dal segretario confederale Salvatore La Terra e dal Responsabile Regionale della Uil Scuola Formazione Professionale, Giuseppe Raimondi, ha incentrato i suoi interventi sulla messa in sicurezza del sistema e sugli effetti di un passaggio dalla “sovvenzione” alla “convenzione” puntato tutto sulla salvaguardia del lavoro e sulla regolarità delle retribuzioni. Gli altri punti, tranne che per la programmazione degli interventi formativi, saranno meglio esplicitati in un documento scritto che sta per essere inviato all’assessore.
“La UIL ribadisce – si legge in una nota -, come già dichiarato al tavolo tecnico sulla riforma istituito dall’assessore Centorrino prima di avviare il confronto sui temi della riforma del settore, che considera un atto propedeutico indispensabile la messa in sicurezza dei lavoratori con interventi volti a garantire l’occupazione e la retribuzione dei lavoratori in servizio al 31 dicembre del 2008 con contratto di lavoro a tempo indeterminato”.
Le posizioni appaiono quindi non distanti tra Regione e sindacati: se il buongiorno si vede dal mattino…
Cosa cambia con l’introduzione della convenzione
Nella Regione Siciliana in vigenza della legge regionale 24/76 il diretto responsabile dell’attuazione dei corsi e delle altre iniziative formative (articolo 4) è l’Assessorato specificando la norma che l’Assessorato “attua” gli interventi “avvalendosi” degli enti locali e di altri enti con specifiche caratteristiche, delle quali la più rilevante, è quella di non avere fini di lucro. Quando un Ente pubblico si “avvale” di un altro soggetto per svolgere la sua attività la responsabilità è diretta e stringente essendo gli effetti, riferiti al soggetto che ha il potere di avvalersi, per legge, di altro soggetto. Nella Regione Siciliana non è prevista quindi la stipula della convenzione tra Assessorato e Enti. La convenzione infatti rappresenta lo strumento tecnico per il rapporto di concessione che pone il concessionario come centro di imputazione degli effetti derivanti dall’attività svolta. In vigenza dell’attuale legge la natura del rapporto di lavoro intrattenuto dai dipendenti della formazione professionale è più di carattere pubblicistico che privatistico. Con l’introduzione della “convenzione” il rapporto fra le parti assumerebbe di più il carattere privatistico che pubblicistico.