PALERMO – Il Dl n. 450 del 1998, convertito con legge 39 del 26 febbraio 1999, con uno stanziamento di 15.298.163,70 di euro, ha previsto per la Regione siciliana l’adozione di un programma per la realizzazione di strutture dedicate all’assistenza palliativa e di supporto per i pazienti affetti da patologia neoplastica terminale che necessitano di cure finalizzate ad assicurare una migliore qualità della loro vita.
La rete regionale siciliana degli Hospice prevede 15 strutture, per complessivi 165 posti letto, con un tasso pari allo 0,33% per 10.000 abitanti, dato decisamente inferiore allo standard nazionale che è dello 0,47%.
Tuttavia il decreto assessoriale n. 873/09 dell’8 maggio 2009, “Nuova organizzazione delle cure palliative in Sicilia”, firmato dall’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, ridefinisce e potenzia l’organizzazione delle cure palliative e detta le procedure per l’attivazione degli hospice e per l’implementazione delle cure domiciliari per i malati terminali, l’offerta in questo modo potrà essere ulteriormente integrata per raggiungere gli standard nazionali.
Ad oggi, nella nostra Regione, sono stati realizzati 9 hospice per un totale di 97 posti letto, di contro le strutture non attive sono 6; nella maggior parte dei casi le motivazioni della mancata apertura degli hospice sono da ricercarsi nel proseguo e nel collaudo dei lavori effettuati, ma fra le strutture non ancora funzionanti ci sono due paradossi che riguardano l’hospice ubicato presso l’Azienda ospedaliera Umberto I di Enna, per la cui realizzazione sono stati spesi 206 mila euro, e l’hospice sito presso l’Azienda ospedaliera Papardo di Messina, realizzato con un finanziamento di quasi 1 mln di euro.
Entrambe le strutture hanno a disposizione 10 posti letto all’interno di camere completamente arredate e dotate di ogni comfort, ma gli ammalati non possono usufruire del servizio in quanto tali strutture sono chiuse per mancanza di personale. A peggiorare la già paradossale situazione dell’hospice ennese, addirittura inaugurato nel 2006, è recentemente intervenuto un tentativo di trasferirlo presso l’Azienda ospedaliera “Ferro Capra Branciforte” di Leonforte.
Per colmare la carenza di strutture specialistiche destinate alla cura dei malati terminali del calatino, presso l’Unità operativa di Oncologia dell’Azienda ospedaliera Gravina di Caltagirone, è stato attivato un mini hospice (3 posti letto) che sarà funzionante fino al completamento dei lavori e dell’inaugurazione del nuovo hospice (10 posti letto) il cui progetto è stato finanziato con la cifra di 990 mila euro.
La conseguenza dell’attuale lacuna riguardante la rete degli Hospice è che, in alcune aree della nostra regione, gli ammalati terminali continuano a morire dimenticati dalle Istituzioni che dovrebbero provvedere ad offrire le cure palliative che non possono essere garantite in altri reparti.