CATANIA – Sono 288.658 in tutta la Sicilia gli immobili fantasma censiti dall’Agenzia del territorio: uno ogni 17,5 degli oltre 5 milioni di abitanti dell’Isola. Duecentottantotto fantasmi che atterriscono i sindaci e deprimono le già tartassate casse dei Comuni siciliani. Gli immobili fantasma sono infatti anche e soprattutto immobili evasori di tasse come Ici, Irpeg, Ires, Irpef, Tarsu; cioè tutte quelle imposte che, se riscosse, andrebbero a rimpolpare notevolmente i bilanci proprio degli enti locali più piccoli, oggi quanto mai sofferenti a causa dei continui tagli dei trasferimenti da parte di Stato e Regione.
Di questi fantasmi evasori ne esistono due tipologie: quella degli evasori “regolari”, cioè di coloro che hanno ottenuto le regolari concessioni edilizie dai Comuni omettendo però di dichiarare, una volta realizzato, l’immobile al catasto, e gli evasori “abusivi”, cioè coloro che hanno costruito al di fuori di qualsiasi concessione.
Atterriscono i sindaci perché la “popolarità” del fenomeno è grande; dati alla mano, esso riguarda una fascia abbastanza ampia di persone che ha destinato quegli immobili non solo ad abitazione, ma anche a magazzini, capannoni o a qualunque altra attività che può fruttare guadagni di non poco conto. Occorrono dunque politici ed amministratori che, in nome del bene comune, abbiano il coraggio di costringere gli evasori a regolarizzare la loro posizione e a restituire anni ed anni di maltolto, nonostante ciò possa significare perdere ed inimicarsi un così ampio ed influente bacino elettorale.
I dati però sono ormai inconfutabili: l’Agenzia del territorio infatti, in forza del Decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, ha avviato un processo di rilevamento dei fabbricati non dichiarati che ha dato degli ottimi risultati; grazie alle tecniche di telerilevamento aereo è venuto fuori per intero, senza margine di errore alcuno, quel “mondo parallelo” di case abusive di cui fino a ieri sapevamo l’esistenza ma di cui non avevamo precisa contezza.
La piaga degli immobili fantasma riguarda tutta l’Isola da est ad ovest e da nord a sud; in valore assoluto la provincia con più immobili fantasmi rilevati è quella di Palermo, che da sola ne conta ben 51.828. Da notare però che in questo caso manca ancora il dato relativo alla città capoluogo, che non è stato pubblicato dall’Agenzia del territorio; è quindi verosimile che il numero dei fabbricati non dichiarati possa essere più alto di alcune migliaia di unità. “Seconda classificata” è la provincia di Catania con i suoi 50.730 immobili fantasma, che precede Agrigento la quale ne conta 41.703. Seguono Trapani (32.618), Messina (29.075), Ragusa (27.320), Siracusa (22.496), Caltanissetta (17.466) ed Enna (15.429).
Per quanto riguarda invece la densità di fabbricati non dichiarati rispetto al numero di abitanti delle province, in testa abbiamo Palermo con un immobile fantasma ogni 10,8 abitanti: ma si tratta di un primato provvisorio. La media è infatti calcolata non tenendo conto dei dati relativi a Palermo città, che come abbiamo detto non sono ancora stati diffusi dall’Agenzia del territorio: il capoluogo ha verosimilmente un gran numero di immobili fantasma, ma su una popolazione enorme che si attesta attorno ai 700 mila abitanti. Possiamo quindi affermare con sicurezza che quando i suddetti dati saranno stimati la densità di immobili sul numero di abitanti relativi a tutta la provincia di Palermo sarà inferiore, molto inferiore a quella attuale.
Non è invece provvisorio il dato di Agrigento, che con un immobile ogni 10,9 abitanti è con ogni probabilità la provincia con la maggiore densità di fabbricati non dichiarati di tutta la Sicilia: il Podio è completato da Enna con una casa fantasma ogni 11,2 abitanti. Conquista la medaglia di legno Ragusa (un immobile ogni 11,4 cittadini): seguono Trapani (uno ogni 13,4), Caltanissetta (uno ogni 15,6), Siracusa (uno ogni 17,9), Catania (uno ogni 21,4) e Messina (uno ogni 22,5).
Ignorare il problema non è dunque più possibile: è arrivato il momento che le amministrazioni riscuotano quantomeno l’evasione fiscale degli immobili fantasma. Come abbiamo stimato nelle puntate precedenti, da ogni immobile fantasma si potrebbero ricavare 400 euro. Ci sono quindi, potenzialmente, oltre 100 milioni di euro da riscuotere, se i Comuni ne avessero la volontà, visto che adesso gli strumenti esistono.
Resterà invece, con ogni probabilità, indelebile il danno ambientale dovuto ad una edificazione diffusa avvenuta al di fuori di qualsiasi piano edilizio e paesaggistico.