A ben guardare, la giustizia sarà il tema caldo, perché contiene la riforma del processo penale con l’inserimento di vincoli temporali nei diversi gradi, per costringere i giudici ad arrivare a sentenza in tempi contingentati, ma sicuramente non brevi.
Questo provvedimento non si trova nel programma di governo, ma ha la funzione di tagliare i processi (Mills, Mediaset, Mediatrade) a carico del Cavaliere. Inutile nascondere questa verità. è opinione diffusa che questo provvedimento è l’ultima spiaggia per salvare Berlusconi dalle condanne che potrebbero provocargli la decadenza dai pubblici uffici, ritenuto che la Corte Costituzionale, nella seduta del 14 dicembre, dichiarerà incostituzionale l’ultimo provvedimento di protezione dei quattro vertici dello Stato.
Dunque, è corretto stabilire un cronoprogramma dei processi perché essi si concludano con sentenza entro un certo tempo e non in qualunque tempo. è iniquo, invece, che nulla sia previsto sulla certezza dei tempi nel processo civile. Il ministro Alfano ha proposto una nuova figura (il mediatore) che dovrebbe intervenire prima del giudice per far conciliare le parti. Non sembra che questo rimedio sia appropriato.
Vi è un altro elemento di valutazione. Le procedure, civile e penale, sono farraginose e complicate. Sotto l’etichetta delle garanzie si nascondono una serie di passaggi inutili e dannosi che hanno l’unico scopo di alimentare un’attività giudiziaria che danneggia coloro che chiedono giustizia (a torto o a ragione) e favorisce la categoria professionale dei difensori secondo il principio che il processo più pende e più rende. Le commissioni che si occupano di preparare le riforme dovrebbero prevedere la presenza di ingegneri e professori universitari esperti di organizzazione, oltre che dei giuristi.
Solo trovando un giusto punto di equilibrio fra la necessità di una giustizia equa e quella di chiudere i processi in un tempo predeterminato, non molto superiore a quello previsto dalla citata legge Pinto, vi può essere una vera innovazione, che non serva a discettare di aria fritta.
Di questo oggi si tratta: discutere del nulla per interesse di bottega. è ora di finirla, per occuparci di questioni serie.