Turismo, fatturato in calo per gli alberghi

PALERMO – Dove lo troveranno questo ottimismo gli imprenditori dell’industria del turismo, così come le organizzazioni di categoria, lo sanno solo loro.
Nonostante per il terzo anno consecutivo in Sicilia si registrino cali di presenze e di fatturato per gli alberghi, comunque si continua a ripetere che si potrà venire fuori da tutto questo e che gli spiragli sono più che concreti.
Intanto, l’Osservatorio del Turismo della Regione già nel 2008 e 2009 ha fatto segnare notevoli cali di presenze, per il 2010 i dati attuali e le previsioni in chiusura di anno sono sconfortanti.
Si parla di un calo del fatturato dell’industria del turismo siciliana addirittura del 20 per cento.
Intanto, la Cidec, la Confederazione Italiana degli Esercenti Commercianti, parla di “crescita debole ma costante, con punte particolarmente favorevoli nel settore turistico”. Almeno questo sembra essere il risultato dell’analisi sull’economia palermitana condotta dall’Osservatorio economico dell’organizzazione.
Nello specifico, su un campione di cento aziende che operano nel settore turistico, il 15 per cento ha espresso “fiducia e ottimismo” in merito alle possibilità di sviluppo dell’economia locale.
“La rilevazione – commenta il presidente provinciale della Confederazione, Salvatore Bivona – fotografa il diffuso miglioramento della proposta turistica in città, mettendo in evidenza la raggiunta maturità degli operatori del settore, che hanno saputo diversificare l’offerta dei servizi quotidiani, abbassandone i costi. A tutto ciò si affianca il generale aumento dell’attenzione verso la formazione degli imprenditori, che lascia sperare nell’affermazione della qualità nel prossimo futuro”.
La speranza però si infrange sulla triste realtà. Un calo dei fatturati per le strutture ricettive del 20 per cento, un trend negativo che non si discosta dai dati dell’estate 2009. Queste le previsioni per la stagione estiva 2010 in Sicilia secondo Uras Federalberghi, in linea con quelle nazionali che parlano di “povertà turistica”.
Il 46,3 per cento degli italiani quest’anno rimarrà a casa e di questi il 54,9 per motivi economici. Scenari poco confortanti anche per la Sicilia come spiega Nico Torrisi, presidente regionale di Uras Federalberghi: “Spero di sbagliarmi – ha detto – ma i fatturati quest’anno scenderanno di circa il 20 per cento così com’è stato l’anno scorso. Il calo di presenze e di arrivi si unisce al calo degli introiti da parte delle aziende dovuto in gran parte alla riduzione dei prezzi che le strutture turistiche hanno operato per rispondere alla crisi economica. Si continua a vendere ma a prezzi più bassi”.
A soffrire in Sicilia sono le grandi città come Palermo e Catania mentre Taormina e Cefalù sono in leggera ripresa. “Quello che manca ed è mancato in passato, e quindi non lo si può imputare a questo o a quel governo – ha aggiunto Torrisi – è l’assenza di un piano complessivo di marketing territoriale turistico. Nel passato si sono create troppe strutture ricettive, troppi posti letto mentre si dovrebbe puntare sulla riqualificazione di quelli già esistenti”.
 

 
Assoturismo: un settore da rilanciare  in Sicilia
 
Anche Bankitalia parla in termini negativi per l’industria del turismo siciliana. è proseguito il trend negativo cominciato due anni fa: nel 2009 gli arrivi sono diminuiti del 9,4 per cento e le presenze del 9,2 per cento. La spesa degli stranieri, sempre meno attratti dalla Sicilia, è calata del 12,7 per cento (-7,1 per cento in Italia, -7,2 per cento nel Sud).
Il presidente Nazionale Assoturismo, Claudio Albonetti, in visita in Sicilia ha sottolineato con fermezza la necessità di rilanciare il settore del turismo nell’isola. Partendo dal ripristino delle condizioni per fare crescere i redditi di impresa.
In questo senso, secondo Albonetti, occorre pertanto che il governo non sappia solo chiedere al mondo delle imprese ma, in un momento di grande difficoltà come questo, deve dimostrare di essere in grado di sostenere il sistema imprenditoriale locale, prima di tutto attraverso misure volte a razionalizzare il peso fiscale che rende impossibile lo sviluppo e la stessa sopravvivenza delle realtà imprenditoriali.
“Vogliamo creare un progetto – precisa Giovanni Felice, presidente regionale di Confesercenti – il cui obiettivo è quello di rilanciare l’intero sistema economico produttivo puntando sulle reali risorse e sul vero potenziale della Regione dove il binomio turismo-commercio non può che rappresentare l’assetto strategico principale per creare sviluppo e ricchezza”.