Del peggio c’è il peggiore. La legge elettorale inventata da Roberto Calderoli, ministro leghista, fu da lui stesso denominata porcata. Tale legge ha sottratto agli elettori il diritto di scegliere i candidati da eleggere. Essa ha trasferito ai leader di ogni partito il potere di nominare i candidati nella lista, secondo l’ordine a loro più utile. La vera porcheria della legge è che ha trasformato un Parlamento eletto democraticamente in un Parlamento di burattini, perché nessuno si muove al di fuori del controllo dei leader del loro partito, pena la non ricandidatura.
Da anni si torna a parlare di cambiare questa legge, ma ora che siamo al momento di provvedervi, Berlusconi e Bossi hanno detto di no e che questa legge deve rimanere anche per le prossime elezioni politiche del 2013 o prima, se Napolitano sciogliesse la legislatura. Si capisce perfettamente la logica dei due leader del centrodestra, che è quella di continuare a tenere in pugno tutti i propri deputati e senatori, ora trasformati in altrettanti yes man.
Un Parlamento composto da burattini, all’interno del quale l’opposizione appare frazionata e inconsistente, perché non propone un progetto politico alternativo.
Ben comprendendo questa urgenza, che un ceto politico responsabile dovrebbe mettere al primo punto dell’agenda, si capisce anche che l’interesse primario di Berlusconi è quello di avere uno scudo dai tre processi che lo coinvolgono (Mills, Mediaset e Mediatrade) e l’interesse primario di Bossi è quello di far passare il federalismo, che ha lo scopo non tanto nascosto di mantenere la ricchezza al Nord e di lasciare che il Sud vada alla deriva, anche e soprattutto per le responsabilità della propria classe dirigente.
Questo non accadrebbe se il Parlamento ritornasse a essere composto da eletti e non da nominati. Ecco, quindi, che ritorna essenziale la modifica dell’attuale legge elettorale.
Guardando l’Europa, vediamo che funziona benissimo la legge elettorale francese, maggioritaria a doppio turno, perché consente (sul modello della legge italiana sull’elezione dei sindaci) di scremare al primo turno tutti i candidati e consentire al secondo la scelta fra i due che hanno riportato il maggior numero dei voti.
Essa è simile alla legge elettorale britannica, mentre le altre leggi proporzionali (come quella tedesca o spagnola) farebbero ricadere nel vecchio vizio la democrazia italiana.