CATANIA – Su 1,5 milioni di particelle non dichiarate al Catasto in lungo e in largo lo Stivale, quasi 142 mila sono in Sicilia. E il dato regionale è ancora parziale, presumibilmente fermo a metà delle cifre finali. È quanto ha aggiornato l’Agenzia del Territorio al 30 dicembre 2008, dopo l’avvio del censimento dei fabbricati avviato con il Dl 262/2006 e la cui scadenza è stata prorogata, per l’adempimento spontaneo, di altri sette mesi con la Finanziaria del 2008. Nell’Isola gli immobili sfuggiti al fisco sono stati finora individuati, in particolare, in 174 territori comunali di quattro province: Caltanissetta, Catania, Palermo e Siracusa. Le due province più grandi, poi, sono fra le prime otto d’Italia in valore assoluto; nel Catanese sono state individuate 50.130 particelle irregolari, nel Palermitano circa 1700 in più.
E non finisce qui, perché il direttore dell’Agenzia del Territorio, Gabriella Alemanno, ha dichiarato nelle scorse settimane che “tra mappe catastali e ortofoto il 2009 sarà l’anno di sintesi per il programma”. In parole più chiare: entro la fine dell’anno saranno passate al setaccio le altre province. Non è nota, dichiarano dall’Agenzia, la distribuzione degli immobili nelle diverse categoria catastali. L’analisi sull’utilizzo rivela, tuttavia, che in Sicilia viene raggiunto il picco (pari al 18,4%) della quota di immobili indicata con “altri utilizzi” (dunque con un prelievo leggero).
Ma si sa che molte delle case fantasma sono anche abusive sotto il profilo urbanistico, intrecciandosi in Sicilia con le tre note leggi di sanatoria edilizia.
Come pubblicato dal Quotidiano di Sicilia il 30 gennaio scorso, sono 769 mila le istanze raccolte con le tre leggi 47/85, 724/94 e 326/03, ma soltanto 293 mila pratiche in 24 anni hanno avuto un esito. Neanche la metà. Una media di 12.208 pratiche all’anno. Secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2007, delle circa 400 mila pratiche ancora da smaltire, 300 mila sono in attesa di atti integrativi, mentre circa 174 mila non hanno visto mai la luce. L’enorme carico di lavoro e i controlli in precedenza mai eseguiti danno una chiave di lettura dell’attuale situazione.
L’Agenzia del Territorio sta portando avanti, inoltre, un’operazione di riclassificazione su circa 6 mila immobili, chiamati “finte cascine”, che hanno perso la caratteristica di ruralità (su un totale di oltre 870 mila), cioè iscritti al Catasto quali terreni che hanno perso i requisiti di ruralità. Qui il dato numerico più alto nel 2008 è stato in provincia di Enna (1.386), il più basso a Siracusa (309). L’anno precedente sono spiccati gli oltre 10 mila ex fabbricati rurali scoperti in provincia di Catania. Sommando i due anni d’indagine, si supera quota 44 mila.
Quasi impossibile, al momento, sapere il dato siciliano delle rendite catastali sfuggite, incredibilmente negli anni, ai controlli incrociati dell’Agenzia delle Entrate, che, invece, ora vengono portati a compimento. Di conseguenza, una stima stabilisce in oltre 5 miliardi di euro la cifra di base imponibile che sfugge al fisco sotto forma di Ici, imposta ipotecaria e castatale, Iva e Irpef.
Le procedure
Il prossimo 31 luglio scadranno i termini dell’accatastamento. Qualora risultassero inserite erroneamente particelle sulle quali non esistono manufatti edilizi, i proprietari dovranno collegarsi con il sito dell’Agenzia del Territorio per chiedere la cancellazione dagli elenchi. In caso di silenzio dell’Agenzia, bisognava presentare ricorso entro il 29 aprile scorso.
Gli effetti fiscali decorrono dalla data della loro ultimazione, se conosciuta, ovvero dal 1° gennaio dell’anno di pubblicazione dell’elenco, il 2008. nel caso in cui gli interessati non presentino le dichiarazioni al Catasto edilizio urbano entro la scadenza prevista, gli Uffici provinciali dell’Agenzia del Territorio provvedono, in surroga del soggetto obbligato inadempiente e con oneri a carico di quest’ultimo.