Il casinò contro il mal di turismo siciliano

PALERMO – Torna, sempre semmai fosse passata, l’idea dei casinò in Sicilia. E stavolta passa dalla diretta voce del premier Silvio Berlusconi il quale ha annunciato in questi giorni la presentazione del primo disegno di legge governativo finalizzato alla riapertura del casinò a Taormina. E si tratterebbe solo del primo passo perché l’idea è quella di estendere l’iniziativa anche a Cefalù, le due più rinomate località turistiche siciliane.
Una presa di posizione importante perché sino ad oggi in Sicilia nessun governo aveva mai preso in seria considerazione l’ipotesi di riaprire il casinò a Taormina, affidata solo ad estemporanee iniziative parlamentari tramontate ancora prima di nascere. Comunque oramai sono anni che il Comune di Taormina ha chiesto allo Stato l’apertura di una casa da gioco per poter attirare più turisti e bilanciare la concorrenza con il nord dell’Italia, dove sono presenti i 4 casinò principali italiani.
Nel casinò siciliano sarebbero ammessi tutti i giochi d’azzardo che godono della licenza AAMS come le nuove slot machine, i tavoli del poker texas hold’em e molti altri giochi di abilità (skill games).
 
Nel comune di Taormina sono stati molto veloci nel prendere la decisione di aprire un casinò: infatti l’associazione Anit per la promozione e l’incremento del turismo sta portando avanti in modo massiccio l’esecuzione del progetto. Ovviamente serve concretamente il benestare delle istituzioni ai vari livelli. E sembra proprio che la cosa si farà. Lo ha detto anche il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo: “è una cosa che il nostro gruppo aveva chiesto, presentando anche una mozione affinchè ci fosse il casinò, che a Taormina è molto atteso perché si pensa possa essere uno strumento di crescita importante. Io sono contrario al gioco d’azzardo ma chi gioca alle roulette piuttosto che alle slot machine in Sicilia poi prende un aereo, molto spesso gratis, e finisce a Malta. Allora tanto vale che piuttosto che giocare clandestinamente o andarsene a Malta si faccia il casinò. A Venezia e a Campione ci sono, è giusto che ne sia aperto uno anche in Sicilia”.
Tra i più ottimisti e soddisfatti il sindaco di Taormina, Mauro Passalacqua, che afferma: “Il progetto illustrato è quello più completo che abbiamo ascoltato. Siamo più vicini a questo storico accordo”. Le intenzioni quindi ci sono tutte, adesso bisogna solo metterle in pratica. Ovviamente polemiche permettendo.
Diventa sempre più probabile la rinascita del Casinò di Taormina: il Comune del messinese ha ricevuto la visita ufficiale del presidente del Casinò di Sanremo Donato Di Ponziano il quale ha illustrato alla giunta ed al consiglio, presenti al completo, alle associazioni di commercianti ed alla locale Confindustria, le modalità con le quali intendono gestire il Casinò Kursaal a Taormina. Sarà infatti molto probabilmente il Casinò di Sanremo a gestire la nascente sala da gioco, grazie all’esperienza accumulata negli anni. Solo quest’anno, dopo due anni neri, Taormina sembra essersi leggermente ripresa dal crollo della presenze turistiche. Quest’anno il servizio turistico regionale ha registrato un incremento del 5 per cento rispetto al 2009, ma c’è da dire che lo scorso anno il picco negativo era stato attorno al 20 per cento. La nascita del casinò per molti potrebbe essere la panacea di tutti i mali del turismo locale.
 

 
Unionturismo: Trebastoni, un G8 per rilanciare il settore
 
In vista della V Conferenza Nazionale del Turismo, in programma a Como il 15 e 16 ottobre, il consiglio nazionale di Unionturismo, riunitosi sabato scorso ad Arzachena, in Sardegna, ha accolto la richiesta del vice presidente nazionale Michelangelo Trebastoni di chiedere al ministro al ramo, Michela Vittoria Brambilla, un ‘G8 sul Turismo’ per concordare con i Grandi una strategia di rilancio del settore a tutti i livelli. Il rappresentate siciliano ha anche chiesto un provvedimento del governo per scontare la tassa sui rifiuti per le strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, soprattutto per quelle prive di ristorante, conteggiando la tassa comunale sulla reale produzione e non sulle dimensioni dei locali. “Questa istanza – dice Trebastoni – supportata anche da Confindustria Sicilia, darebbe una boccata d’ossigeno agli operatori del settore provati da stagioni turistiche in cui le presenze e gli arrivi non hanno coperto neanche il 50% dei posti letto”.