PALERMO – Dopo una nottata di discussione l’Aula di Palazzo dei Normanni ha votato gli ultimi articoli rimasti in sospeso del disegno di legge sulla riforma della sanità in Sicilia (dl n. 248). In particolare rimanevano gli articoli 11, 14, 25, 26 e 28, nonché la tabella A, quella che stabilisce il numero e la ripartizione delle Aziende Sanitarie provinciali. Strettamente collegato alla tabella A era l’articolo 11, in cui viene specificata la suddivisione delle Aziende e la loro classificazione. Così anche l’art. 14, che stabilisce la suddivisione delle aziende in distretti sanitari.
La seduta, cominciata nel pomeriggio di martedì scorso, è stata più volte interrotta nel corso della serata, fino a quando a tarda notte, il presidente dell’Assemblea Francesco Cascio ha deciso di convocare presso il suo ufficio i presidenti dei gruppi parlamentari. Si era infatti creata una situazione di stallo sugli ultimi articoli, nello specifico numero di aziende e nomina dei dirigenti , per i quali continuavano ad essere presentanti sub emendamenti allo scopo di inserire piccole variazioni in extremis, complice la stanchezza della notte.
Nel lungo e complesso dibattito sviluppatosi a Sala d’Ercole, per l’esame dei singoli articoli del provvedimento e degli emendamenti presentati da parlamentari di tutti i gruppi, si sono anche ripetute le votazioni a scrutinio segreto. In una delle quali il governo di Raffaele Lombardo è stato battuto, essendo stato approvato un emendamento, presentato dal Pd, con il quale è stata tagliata una norma che prevedeva l’attribuzione di un’indennità ai direttori generali decaduti, secondo le previsioni dei contratti individuali di lavoro, la cui scadenza è prevista nel 2010.
Sono stati 39 i deputati che nel segreto dell’urna che hanno approvato la norma e 37 quelli che hanno votato contro. Il confronto è stato caratterizzato da momenti di particolare vivacità quando, in particolare, il deputato del Pdl Giuseppe Limoli aveva chiesto di votare a scrutinio segreto sulla sua proposta di istituire un’azienda ospedaliera a Caltagirone. Questa, se approvata, avrebbe ulteriormente accentuato il clima di tensione che si era venuto a creare, tanto è vero che è sceso direttamente in campo il presidente della Regione il quale ha rivolto un vibrato appello a tutti i deputati. Alle quattro del mattino la seduta si è chiusa. In pratica la riforma riduce, tra l’altro, le aziende sanitarie e ospedaliere da ventinove a diciassette, mentre i distretti saranno guidati da due direttori: uno sanitario e uno amministrativo. La legge stabilisce inoltre che le aziende sanitarie provinciali e quelle ospedaliere di nuova istituzione saranno operative dal primo settembre del 2009.
In questo contesto non è passata la proposta dell’opposizione che chiedeva di anticipare tutto a 60 giorni dall’entrata in vigore della riforma.