Pronto l’albo dei Collaudatori per cantieri di lavoro in Sicilia

PALERMO – Anche l’albo dei Collaudatori è pronto. In Sicilia davvero non manca più niente per far partire i cantieri di lavoro. Una cosa in realtà manca e cioè l’essenziale: i soldi. Ancora dal governo nazionale non sono arrivati i necessari fondi, all’incirca 200 milioni di euro, per dare vita un pò in tutta la Sicilia a questi cantieri per i disoccupati. Ad aspettare l’avvio sono in 38 mila secondo le stime della Regione Sicilia.
Intanto, il governo siciliano ha superato l’ennesimo ostacolo burocratico riuscendo ad avere ragione sul contenzioso che li aveva visti in contrapposizione con il Collegio provinciale dei Periti agrari e dei Periti agrari laureati di Messina i quali avevano presentato ricorso contro la nomina dell’albo dei Collaudatori. Il governo siciliano ha riesaminato l’Albo e dice che non sono emersi nuovi elementi per modificare le determinazioni già assunte. Conseguentemente è stato confermato il Decreto amministrativo dell’8 marzo scorso, il numero 19/2010/XII e l’allegato avviso pubblico.
Secondo la Regione, nell’ordinamento professionale dei Periti agrari non è contemplata l’attività di collaudatore delle opere realizzate con i cantieri di lavoro ed inoltre non sussiste alcuna contraddittorietà nel provvedimento impugnato, nella considerazione che l’ammissione della figura professionale del Perito agrario era nel passato giustificata in quanto il Dlp reg. 18/04/1951 n. 25 disciplinava l’apertura di cantieri scuola per disoccupati “per l’attività forestale e vivaistica, di rimboschimento, di sistemazione montana e di costruzione di opere di pubblica utilità”, mentre la normativa vigente, recata dalla legge regionale 1 luglio 1968, n. 17,  prevede la istituzione di cantieri di lavoro per la sistemazione di “strade dei comuni dell’Isola e per la costruzione di altre opere di pubblica utilità che si pongono in diretta connessione con le attività istituzionali”.
Dunque è stato varato l’albo dei Collaudatori che prevede 471 idonei e 368 non idonei. La Regione ha programmato 1.750 cantieri nei 390 comuni della Sicilia. Gli enti locali, in proporzione al numero di abitanti, potranno avviare da un minimo di 2 fino ad oltre 12 cantieri di lavoro, ciascuno composto da 20 persone. Ampia è stata l’adesione soprattutto dei sindaci della Sicilia orientale. I cantieri di lavoro potranno riguardare opere di miglioramento urbano ed in particolare l’esecuzione o la manutenzione straordinaria di opere di pubblica utilità appartenenti al Demanio o al patrimonio dei Comuni.
Le opere di manutenzione saranno finanziate solo se, intervenendo su opere già esistenti, introducano modifiche o miglioramenti di carattere permanente e siano inequivocabilmente opere collaudabili. I lavori da finanziare non possono superare l’importo di 111.280 euro per ciascun cantiere. Si sbloccherebbe quindi l’edilizia e si darebbe lavoro a chi fra le migliaia di siciliani ha perso il lavoro o non ce l’ha da tempo. Ma senza il via libera dei fondi dallo Stato non si va da nessuna parte.
 


Operai nei cantieri. Classificati i disoccupati ammessi
 
PALERMO – Già da diversi mesi i Centri per l’impiego siciliani hanno varato le graduatorie per i disoccupati aventi diritto a partecipare ai cantieri di lavoro. La selezione è stata riservata ai soggetti di età compresa tra 18 anni e 65 non compiuti e ha tento conto di diversi criteri e fra questi: residenza nel comune dove si svolgono i lavori e, in subordine, residenza nell’ambito del Cpi (Centro provinciale per l’impiego), che comprende il Comune; minore numero di mesi lavorati (in qualunque comparto compresi i cantieri di lavoro e i cantieri di servizi) nei 12 mesi che precedono la pubblicazione dell’avviso; maggiore carico di famiglia; maggiore età.
L’ex assessore regionale al lavoro Lenza, aveva portato avanti, insieme ai sindaci, una battaglia per avere dallo Stato i fondi necessari per l’attivazione di questi cantieri. Secondo Leanza tale iniziativa “è una misura anticiclica che consentirà la realizzazione di quasi 1.800 opere, costituirà una boccata d’ossigeno per le famiglie coinvolte e darà respiro all’economia per l’indotto che coinvolgerà”. Sta di fatto che ad oggi tutto rimane congelato e visti gli screzi tra governo regionale e nazionale non si intravede nulla di buono.