MESSINA – Si è conclusa ad aprile scorso l’attività di monitoraggio delle società partecipate voluta dal presidente della Provincia regionale di Messina, Nanni Ricevuto, e dall’assessore al ramo, Michele Bisignano. Il comune obiettivo era quello di avere un quadro quanto più preciso delle innumerevoli partecipazioni a società ed enti che negli anni erano state elargite con molta leggerezza, per poi operare un taglio. Sulla questione era intervenuta anche la sezione regionale della Corte dei Conti. Ultimato il Piano ricognitorio era emerso che l’Ente aveva partecipazioni in 58 organismi tra associazioni, enti e società, molti dei quali di dubbia utilità. Monitoraggio che però non era concluso allora, per la difficoltà di reperire informazioni, e non lo è tutt’oggi.
In tutti i casi, il presidente Ricevuto aveva allora garantito che a breve sarebbe stato pronto anche il Piano di dismissioni da portare in Consiglio provinciale per quegli enti che sia per adempimento di legge, che per riscontrata inutilità, andavano dismessi, per impedire ulteriore dispendio di risorse pubbliche. Era il periodo delle vertenze legate alle Società Multiservizi e Feluca in cui l’Ente vanta la partecipazione.
“Da allora – evidenzia il consigliere provinciale del Pd, Pippo Rao, – non si è saputo più nulla, tranne che la Sezione Regionale della Corte dei Conti ed il Collegio dei Revisori della Provincia continuavano a richiedere notizie in merito. Nulla pare sia stato deciso e – continua Rao – non vi è traccia di bozze di delibere di dismissioni di partecipate, alcune delle quali, accumulano debiti o comunque obbligazioni a cui la Provincia dovrà fare fronte”.
Il consigliere del Pd ha presentato un’interrogazione al presidente della Provincia per capire come si intende fare fronte dell’avvicinarsi della data del 31 dicembre 2010 entro la quale l’ente dovrebbe decidere con atti formali del futuro delle proprie partecipate.
“Neanche la ventilata possibilità di proroga di tale scadenza al 2011 giustificherebbe l’inerzia dell’amministrazione, – ha concluso Rao – perché non solo è importante adempiere alla norma in termini di partecipazione ad enti e società, ma perché continuare a fare sopravvivere inutili carrozzoni o enti di nessuna utilità continua ad essere espressione di cattiva gestione amministrativa e politica”.
Sulla vicenda abbiamo chiesto risposte all’assessore provinciale alle Società partecipate, Michele Bisignano, che ha confermato la ferma volontà di operare un taglio netto. “Proporrò in Giunta e in Consiglio una razionalizzazione delle partecipazioni – ha affermato l’assessore – che non hanno ritorno in termini di servizio per il territorio e anche per quelle in organismi commissariati dalla Regione siciliana che, in quanto tali, non raggiungono gli obiettivi.
“Non ha senso pagare la quota annuale e non potere esercitare nessuna forma di controllo. Quando si parla di autonomia, non è solo rivendicazione dal Governo nazionale – ha sottolineato Bisignano – ma rispetto delle autonomie delle realtà locali che sono Comuni e Province”.
Nel programma di dismissione finiranno certamente le Ato, l’Asi, l’Ente Porto (è stato già fatto un atto di indirizzo per la fuoriuscita da quest’ultimo che, costituito nel 1953 per gestire il Punto Franco, ha visto venir meno l’oggetto, mai istituito) e la società Nettuno che doveva realizzare un porticciolo.
Tutto questo e molto altro è atteso a novembre. Questa la scadenza posta da Bisignano. Poi la palla passa in Consiglio.