“Ferrovia e trasporto locale in disarmo”. Cgil e Filt chiedono l’intervento di Lombardo

PALERMO – “La situazione dei trasporti in Sicilia è critica, con le ferrovie in disarmo e il trasporto pubblico locale a rischio bancarotta”.
A lanciare l’allarme sono la Cgil e la Filt siciliane che chiedono al presidente della Regione di “iniziare un confronto serrato con l’obiettivo di portare a compimento tutto ciò che rientra nelle competenze della Regione”.
Antonio Riolo, della segreteria regionale Cgil, e Franco Spanò, segretario generale della Filt regionale, sottolineano che “sono le inadempienze della Regione unite ai tagli di Tremonti ad avere determinato una situazione in cui sono a rischio il diritto alla mobilità, la continuità territoriale, migliaia di posti di lavoro”.
Dito puntato da parte della Cgil e della Filt contro la mancata stipula del contratto di servizio tra Ferrovie e Regione “che – rilevano i sindacalisti – ha determinato una forte riduzione dei servizi nel trasporto ferroviario regionale, cosa di cui ne sanno qualcosa i pendolari”.
Il contratto impegnerebbe anche fondi regionali. “Firmarlo – dicono Riolo e Spanò – significherebbe attivare investimenti su infrastutture e materiale rotabile, insomma su tutta la filiera.
Potrebbero anche essere aggiunti finanziamenti Fas per raggiungere obiettivi come la velocizzazione delle linee”.
Quanto alla scure della manovra correttiva di Tremonti i due esponenti della Cgil chiedono se “il governo regionale intenda stare a guardare mentre la Sicilia viene allontanata dal resto del paese. Su Roma e su Milano, dunque sulla lunga percorrenza – sottolineano – sono stati tagliati treni, vagoni, posti letto, con una complessiva riduzione del 50%, mentre il servizio del trasporto merci è stato soppresso del tutto. E questi tagli hanno un effetto domino sulle navi traghetto, sulle officine di manutenzione e sui servizi di pulizie”.
Per i sindacalisti non va meglio per il trasporto pubblico locale, “dove a rischio sono ben 10 mila posti. Basti pensare – sottolineano – che Amat (Palermo), Atm (Messina) e Amt (Catania) hanno 300 milioni di debiti. Il rischio bancarotta è vicino – rilevano – trascinando anche i comuni di cui sono appendici”.
Incertezza anche per l’Ast, l’azienda del trasporto extraurbano, sulla quale “pendono ipotesi di privatizzazione” che preoccupano la Cgil. “Il fatto è – rimarcano Riolo e Spanò – che un settore di primaria importanza come quello dei trasporti è in profonda crisi e il governo regionale se vuole fare una cosa seria deve aprire subito la discussione per una verifica su ogni segmento e per interventi che siano immediati. Il ritardo sul contratto di servizio con le ferrovie – sottolineano – non è ad esempio concepibile ed è ascrivibile anche a responsabilità della Regione”.