Piano dei rifiuti. Regione inadempiente

Il commissario delegato dal Governo, Raffaele Lombardo, avrebbe dovuto presentare il Piano regionale dei rifiuti entro il 21 settembre. Sarebbe stato opportuno però che lo avesse anticipato, data l’urgenza del problema.
La maledizione della Sicilia è proprio questa: chi ha responsabilità non tiene assolutamente in conto del grande valore del tempo. Chi occupa i pesi e contrappesi del teatrino politico, non affronta e risolve con decisione i gravi problemi che pesano sui siciliani.
Il commissario delegato, come presidente della Regione, è inadempiente perché non ha ancora reso operativa la legge 9/2010 che ha riformato le Ato Spa, ponendo in liquidazione le elefantiache società preesistenti, 27, e non costituendo le 10 nuove.
È evidente che il Piano regionale debba tener conto di tale legge e, contemporaneamente, delle indicazioni della Protezione civile nazionale.

Vi è anche da tenere presente che in base all’ordinanza del Presidente del Cdm del 6 luglio scorso tale piano dovrà essere approvato dal ministero dell’Ambiente e solo dopo alla Regione sarà assegnato il fondo di 200 milioni di euro previsti. è pertanto infondata la scusa secondo la quale il Piano non è stato redatto perché mancavano i fondi. Si è trattato, invece, di una grave omissione e di una disfunzione dei vertici politici e burocratici, che devono risponderne all’opinione pubblica.
Dietro tutta questa vicenda vi è l’annosa questione dei termovalorizzatori, cioè quegli impianti di vecchia generazione che bruciano i rifiuti con un forte inquinamento dell’ambiente. Bene ha fatto Lombardo a rescindere i contratti, male fa il ministro dell’Ambiente a difendere questi impianti obsoleti.
La citata legge 9/2010 è ben costruita (di questo si deve dare atto al Lombardo ter), perché prevede che i comuni di ogni provincia si autogestiscano con il consorzio Ato. In questa legge è prevista la costruzione di un impianto industriale avente la funzione di produrre energia e biogas, con un ciclo produttivo che abbia come materia prima gli Rsu. Così si ribalta l’attuale situazione, trasformando i rifiuti in risorsa energetica.

 
Responsabilità dei governi Lombardo terzo e quarto è di non avere attivato immediatamente la legge 9, sembra ideata da Pier Carmelo Russo, valido assessore. L’organizzazione relativa ai rifiuti per provincia ha non solo il pregio di rendere autonomi i nove territori ma, anche, di non fare circolare i rifiuti da una provincia all’altra. Insomma, ognuna pensa per sé e non subisce la vergogna di ricevere i rifiuti di un’altra provincia. Questa è vera autononia e responsabilizzazione.
Non vorremmo che l’insufficienza ed il grave ritardo nell’attuazione della legge 9/2010 e del Piano regionale dei rifiuti fossero utilizzati come una clava dall’onnipotente Guido Bertolaso, il quale ha già minacciato di sostituirsi al commissario delegato per la sua carenza. Quando l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, dice che la Sicilia deve mettersi le carte in regola, confligge fortemente con la realtà, perché il governo di cui fa parte non ha le carte in regola, in quanto non fa il proprio dovere, che è quello di operare con tempestività per fare funzionare i servizi e l’economia della Sicilia.

Lo strangolamento delle imprese, con la chiusura per ben un mese della cassa regionale, è una situazione indegna. Se il governo fosse obiettivo, dovrebbe bloccare per un mese gli stipendi dei propri dipendenti, l’indennità dei parlamentari e ogni altra spesa. O siamo tutti nella stessa barca, oppure ci sono cittadini privilegiati (i soliti noti) e cittadini discriminati. Questo non è assolutamente tollerabile. Aspettiamo con urgenza che l’assessore Armao confermi come il blocco valga per tutti, ma proprio per tutti.
Attendiamo anche che il presidente della Regione, in qualità di commissario delegato ai rifiuti, proceda immediatamente all’attivazione della più volte citata legge regionale 9/2010, dopo la stesura del Piano dei rifiuti, avvenuta pochi giorni fa.
Non c’è più tempo per le chiacchiere, occorrono atti concreti per dare risposte certe ai siciliani.