Palermo – Dai 106 milioni di euro per il personale al mistero sul bilancio del ‘08

PALERMO – L’emergenza rifiuti dei giorni scorsi ha acceso i riflettori nazionali sui conti disastrati dell’Amia. In attesa della nuova visita in città del capo della Protezione Civile Bertolaso, lasciamo che a parlare siano i numeri. I debiti dell’azienda di igiene ambientale del Comune ammontano a 150 milioni di euro, a fronte di crediti vantati per circa 90 milioni di euro, legati in gran parte all’utilizzo della discarica di Bellolampo da parte dei Comuni della provincia. Nei confronti dell’azienda, nel solo mese di giugno, sono state presentate istanze di fallimento e richieste di pignoramento da parte dei fornitori per 10 milioni di euro. Le perdite nel 2008 sono state pari a 30 milioni di euro, mentre nel 2009 la perdita mensile è stata di circa 2 milioni di euro. A pesare sul bilancio dell’azienda è soprattutto il personale – 3000 dipendenti, di cui 900 ex Lsu “applicati” ad Amia Essemme – che, con costo annuo di 106 milioni di euro, assorbe il 70 per cento dei ricavi. 
Per salvare l’azienda di via Nenni dal fallimento, il Governo, con il decreto “mille proroghe”, ha stanziato 80 milioni di euro (30mln iscritti al 2008, 30 previsti erogati nel 2009 e 20 mln per il 2010).
In settimana, il presidente in pectore del cda aziendale, Gaetano Lo Cicero, attualmente direttore generale del Comune, ha preteso solide garanzie finanziarie per accettare di succedere al dimissionario Marcello Caruso ed il sindaco Diego Cammarata ha chiesto al Presidente del Consiglio un finanziamento di 100 milioni di euro l’anno, ovvero “la somma impegnata per la stabilizzazione dei precari”. In questo baillame di cifre, del bilancio societario del 2008 non c’è ancora traccia. Inizialmente previsto per il mese di aprile, la sua approvazione è slittata al mese di giugno, ma anche questa scadenza assai difficilmente potrà essere rispettata. Ai conti dell’ex municipalizzata è legato anche il bilancio di previsione che Palazzo delle Aquile avrebbe dovuto approvare entro il 31 maggio. Comune che dalla “munnizza” incassa meno di quanto dovrebbe: con il 40 per cento di evasione della Tarsu, infatti, vanta mancate riscossione per 200 milioni. In testa alla classifica dei debitori, manco a dirlo, c’è lo Stato: enti locali, caserme, uffici giudiziari e scuole. Infine, mentre la quarta vasca di raccolta a Bellolampo è ormai quasi satura, la raccolta differenziata in città è drammaticamente ferma al 4 per cento.