Catania – Paura degli “immobili fantasma”. Il Comune non stana gli evasori

CATANIA – Se la Sicilia è tra le regioni italiane con il più alto tasso di abusivismo edilizio, Catania è la seconda città dell’Isola ad avere migliaia di “immoboli fantasma”, ovvero immobili non dichiarati o non iscritti affatto al catasto.
Nella città etnea, secondo quanto diffuso dall’Agenzia del Territorio, sono oltre cinquantamila le articelle immobiliari mai dichiarate al catasto, i cui proprietari, oltre a non avere alcuna autorizzazione, non pagano le imposte come l’Ici e Tarsu, a danno delle casse comunali che potrebbero incamerare decine di migliaia di euro.
In seguito a un’indagine accurata, infatti, l’Agenzia del Territorio, grazie al decreto legge 262 del 3 ottobre 2006, è riuscita a individuare gli “immobili fantasma”, fotografando il territorio dall’alto e sovrapponendo le immagini ad altissima risoluzione alle mappe catastali attraverso un software ad hoc che ha immediatamente individuato le particelle non presenti sulle carte.
Relativamente a questi immobili, ormai dunque individuati, spetterebbe ai Comuni accertare e riscuotere le imposte, prima tra tutte l’Ici, che permetterebbe di dare ossigeno alle casse. Eppure, a Catania, nonostante la situazione finanziaria sia sempre appesa a un filo molto sottile e nonostante sia stato, sin dall’inizio, affermato dall’amministrazione che la lotta all’evasione e all’elusione fiscale sarebbe stata fonte di introiti, attraverso protocolli tra le Agenzie e la stessa amministrazione, non sembrano essere stati fatti passi avanti.
“Il ragioniere generale e l’assessore al Bilancio – afferma Saro D’Agata, consigliere comunale e membro della Commissione consiliare permanente al Bilancio – parlano di extragettito dovuto al recupero dell’evasione, ma non sappiamo a quanto corrisponda. Serve necessariamente  un censimento di questi immobili dopo di che il Comune deve rintracciare i proprietari”.
Sembra, infatti, che l’amministrazione non abbia ancora inviato i dati in Commissione relativamente all’evasione tributaria, nonostante le ripetute richieste. Difficile, dunque, stimare quanti immobili siano stati “colpiti” dalla tassazione e quanti no, e conseguentemente a quanto ammonta l’extragettito e quanto ancora ci sia da fare.
 “Stiamo procedendo con l’incrocio dei dati e la verifica degli stessi – spiega Roberto Bonaccorsi, assessore al Bilancio –  probabilmente entro il prossimo mese riusciremo a produrre qualche dato”.