Può descriverci la situazione della Procura ennese?
“La nostra Procura è stata al centro di un’attenzione mediatica, poiché è stata la prima a livello nazionale come capoluogo di provincia che ha presentato una scopertura del 100% dei sostituti. L’organico è composto da 4 sostituti e negli ultimi anni c’è stato continuo movimento in uscita dei colleghi ma questo è un fenomeno generale, che non riguarda solo Enna, dovuto ad una normativa del 2007, che ha introdotto una modifica all’ordinamento giudiziario, precludendo ai magistrati di prima nomina di ricoprire i posti in procura. È chiaro che a fronte di un movimento fisiologico in uscita se non c’è movimento in entrata nell’arco di qualche anno questo fenomeno svuoterà sempre di più l’organico. Vista la drammatica situazione, l’anno scorso è stato varato un decreto legge, poi convertito in legge, che ha eccezionalmente consentito attraverso un concorso ai magistrati di prima nomina di derogare a quel divieto consentendogli di ricoprire i posti in procura. Nella nostra Procura su 4 posti ne saranno ricoperti tre e, attualmente, questi magistrati stanno svolgendo un periodo di tirocinio nella sede della Corte d’Appello di Catania e prenderanno servizio il 9 aprile 2011. Al momento si continua ad operare in difficoltà, l’ultimo trasferimento in uscita è stato lo scorso 10 settembre con Cozzolino che era l’unico sostituto. Ho chiesto l’applicazione alla Procura generale di un magistrato del distretto. Il distretto della Corte d’Appello di Caltanissetta comprende 4 Tribunali e quindi quattro Procure: Caltanissetta, Enna, Nicosia e Gela. Le ultime tre tra l’altro sono in una situazione drammatica. A Nicosia ed Enna non c’è neanche un sostituto, a Gela ce ne è soltanto uno che tra l’altro in questi giorni è andato in maternità. Il problema da noi è stato risolto per sei mesi da Caltanissetta con la dottoressa Ingoglia. Nessuna situazione è stata trovata per Nicosia visto che ha meno lavoro rispetto Enna, mentre per Gela la collega ha avuto la disponibilità di un collega di Torino”.
Una situazione di sottorganico che sta colpendo anche i Tribunali?
“La situazione attuale del Tribunale di Enna è anche qui difficile anche se non critica come quella della Procura perché attualmente manca il presidente che è andato in pensione e di cui non hanno ancora pubblicato la vacanza, inoltre su dieci posti (nove ordinari e un giudice del lavoro) ne sono attualmente scoperti tre. Sono tra l’altro previste ulteriori due vacanze che si verificheranno nei prossimi mesi. Peggio a Nicosia, perché su sette posti vi sono quattro vacanze, mentre a Gela su dodici posti ci sono cinque vacanze ma la situazione andrà a peggiorare nei prossimi mesi. La scopertura di organico in un piccolo Tribunale come quello di Enna crea situazioni di paralisi poiché ci sono le incompatibilità, infatti chi ha svolto le funzioni di giudice preliminare non può essere poi giudice del dibattimento. È capitato, ad esempio, che abbiamo reso difficile un processo pendente da molti anni, arrivato all’udienza preliminare, che riguarda 104 imputati per turbativa d’asta per l’operazione “cementi armati”. Processo che è stato trattato da vari giudici nel tempo e che nel corso dell’ultima udienza è stato rinviato perché vi era una situazione di incompatibilità per il giudice che dove trattare la causa. Inoltre il tribunale ha un notevole accumulo di arretrato, ad esempio la durata media di un processo in primo grado in tribunale è di 1229 giorni”.
La Procura ha molti arretrati?
“Nella Procura le pendenze sono aumentate ma non in misura significativa. Abbiamo 5000-6000 procedimenti ma non si tratta di cifre allarmanti. Naturalmente c’è un trend verso l’aumento visto che con le forze che abbiamo non riusciamo a far fronte a tutti i processi. Siamo partiti 2-3 anni fa da una situazione ottimale con circa 600-700 ma questi dati non ci preoccupano perché abbiamo lavorato molto”.
Secondo lei come si potrebbe intervenire per migliorare le criticità della Procura di Enna?
“Sicuramente l’inserimento di nuovo organico potrebbe aiutare a risolvere alcuni problemi, anche se non ci sono ormai più nuove assunzioni. Esistono delle disarmonie a monte e ci sono problemi di vuoti di organico che andrebbero riviste poiché risalgono a situazioni pregresse, ad esempio nel nostro Tribunale abbiamo sette uffici di Giudici di Pace (Enna, Aidone, Centuripe, Barrafranca, Piazza Armerina, Valguarnera e Villarosa), di questi quattro uffici definisco in campo penale pochi procedimenti e pertanto risultano improduttivi, oltre che costosi”
Enna subisce la criminalità catanese e gelese seguite rapine, traffico di droga e reati contro la Pa
Quali sono i processi più importanti che sono stati fatti o quelli che ha in atto la Procura?
“Per i processi in corso di indagine non è opportuno parlarne. Per quanto quelli già conclusi abbiamo avuto procedimenti in materia di omicidi volontari ordinari recentemente chiusi e definiti anche con sentenze in grado di appello. Ci sono stati risultati positivi in quanto si sono tutti conclusi assicurando alla giustizia i colpevoli. Vicende definite in tempi brevi con ottimi risultati, grazie anche all’impegno e alla capacità investigativa delle Forze dell’ordine”.
Quali sono i principali reati di cui si occupa la Procura a Enna?
“Enna è a confine con altre realtà contraddistinte da una criminalità di elevato livello quali Catania e Gela. Una zona centrale di confine che risente di una sua criminalità locale e al contempo anche della pressione della criminalità proveniente da fuori soprattutto dal catanese. Tra i principali reati abbiamo seguito una grossa indagine per le rapine facenti capo ad organizzazioni radicate nel catanese che operavano nel territorio e il problema del traffico degli stupefacenti provenienti da fonti di approvvigionamento estere come la Germania. Altri reati riscontarti sono quelli contro la pubblica amministrazione, tra cui assenteismo e distrazione di fondi. Realtà che va molto attenzionata e dove in passato ci sono state delle vicende abbastanza gravi come quello del dissesto del Comune di Enna. Oggi si parla molto di coscienza civica dei fenomeni legali alla criminalità, sono nate delle associazioni antiracket, ma c’è ancora molto da fare”.
Curriculum Calogero Ferrotti
Calogero Ferrotti, originario della provincia di Trapani, ha vissuto per diversi anni a Palermo. È entrato in magistratura nel 1967. Ha ricoperto il ruolo di giudice come prima sede ad Agrigento, poi è stato trasferito a Nicosia e, successivamente, a Palermo dove è rimasto per diversi anni, occupandosi tra l’altro anche di reati in materia ambientale. Per due anni è stato alla Corte d’Appello di Palermo. Dal 2001 al 2007 ha rivestito la carica di procuratore ad Orvieto. Dal 2007 è procuratore di Enna.