Le tecniche dell’autodifesa il gioco della psicologia

CATANIA- E’ difficile parlare di autodifesa e di arti marziali senza le dovute precisazioni legate all’attuale assetto normativo. Se la difesa è proporzionata all’offesa non è punibile chi ha commesso un fatto costituente reato perché vi è stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui, dal pericolo attuale di una offesa ingiusta. In ciò consiste la legittima difesa e cioè la più nota e tipica delle cause di giustificazione che l’ordinamento giuridico riconosce e autorizza, partendo dalla logica considerazione che sarebbe assurdo punire chi ha commesso un reato per esservi stato costretto dalla necessità di reagire contro una illecita condotta altrui.
Su tali indicazioni nell’ambito delle attività previste dal programma, nella sede della Capitaneria di Porto di Catania è stato organizzato un incontro pertinente aspetti giuridici applicabili all’autodifesa e comportamentali da parte del personale, che costituiscono un elemento di assoluta utilità che possono trovare riscontro nella quotidianità, a prescindere dallo specifico settore dell’autodifesa. Hanno partecipato i militari della Guardia costiera in servizio nei Comandi di Catania, Siracusa e Augusta, il personale dipendente da altre amministrazioni, ricadenti in provincia di Catania (Polizia Municipale – Belpasso, Sez. P.G. – NIL  Procura Repubblica  – Catania, Vigili del Fuoco di Catania,  Corpo Forestale Regione Siciliana Ispettorato Dipartimentale e Foreste di Catania), i frequentatori del 3° Corso di MGA/CP. Anche il Quotidiano di Sicilia ha partecipato inviando una giornalista in full-immersion per seguire l’attività. Il Direttore Marittimo di Catania l’Ammiraglio Domenico De Michele ha ribadito che sul territorio esistono consolidati ed eccellenti rapporti tra la Guardia Costiera e le altre istituzioni con particolare riferimento alle Procure della Repubblica.
Ad illustrare gli argomenti sotto il profilo giuridico è stato  Fabio Scavone, Procuratore Capo della Repubblica – Tribunale di Nicosia che ha spiegato e commentato l’attuale assetto normativo (art. 52 C.P. e segg.) che prevede il concetto di “difesa proporzionata all’offesa”.
Considerazioni sono state riportate dai corsisti praticanti durante la conferenza, con riferimento agli adeguati atteggiamenti mentali da assumere nell’individuazione delle potenziali situazioni di pericolo, come gestirle, reagendo all’occorrenza nel modo giusto e proporzionato. L’analisi psicologica relativa alle dinamiche comportamentali sulla applicazione dell’autodifesa è stata illustrata dalla psicologa Pamela Cantarella. Comunemente, quando si parla di autodifesa, si pensa immediatamente a tecniche atte ad atterrare un avversario. In realtà si tratta di acquisizioni di tecniche che preparano non solo fisicamente, ma soprattutto psicologicamente. L’aggressività non è una necessità ma è una delle possibili risposte alle situazioni conflittuali.
 
Rispondere in modo cooperativo richiede maggior impegno ma consente di risolvere il conflitto alla radice; nella soluzione conflittuale, invece, dinanzi a un vincitore e un vinto, non si agisce sulle cause che hanno determinato il conflitto pertanto sarà più probabile che l’evento si riproponga. Che cosa consiglia allora la psicologa? Sfruttare la forza mentale che trasforma la nostra paura in energia positiva e ci permette di reagire piuttosto che rimanere immobilizzati. In caso di aggressione si deve tenere conto di individuare e valutare il pericolo e il rischio; occorre preparazione mentale e non perdere di vista ciò che ci circonda non abbassando mai la guardia sensoriale.
 

 
Focus. I corsi per la difesa personale
 
Nell’ambito del Corpo delle Capitanerie di Porto, i corsi di MGA-FIJLKAM voluti dall’Ammiraglio Domenico De Michele, hanno come obiettivo la difesa personale, la neutralizzazione e il controllo di potenziali aggressori, per consentire al personale della Guardia Costiera di raggiungere un alto grado di efficienza attraverso una preparazione professionale approfondita che tuteli in ogni momento i diritti del cittadino. I militari, gestendo l’emotività, creano un equilibrio psicofisico che li rende affidabili, capaci di autodeterminazione e di infondere sicurezza. Il programma prevede l’insegnamento di semplici mosse che possono essere utilizzate dalla semplice aggressione a mani nude alle minacce più gravi: uso di bastoni, coltello o armi occasionali.
L’aspetto educativo insito in tutte le discipline marziali, evidenzia valori ben precisi: l’esigenza di ridurre la violenza al minimo; la capacità di autocontrollo del personale della GC in qualsiasi momento. Le tecniche sono state studiate appositamente per consentire oltre ai militari dal fisico minuto e quindi in favore del personale femminile della Guardia costiera, di immobilizzare e controllare agevolmente persone più pesanti o fisicamente più dotate.