PALERMO – Mentre la disoccupazione cresce, segno della crisi, aumenta parallelamente la diffusione del lavoro nero, soprattutto nelle regioni meridionali in cui il problema occupazione resta una delle piaghe sociali ancora irrisolte. E la Sicilia, da questo punto di vista, non fa certamente eccezione, così come confermano gli ultimi dati diffusi dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che, nel periodo marzo-ottobre, ha effettuato controlli a campione nell’ambito del “Piano straordinario di vigilanza per l’agricoltura e l’edilizia in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia”, approvato lo scorso 28 gennaio dal Consiglio dei Ministri.
Dall’indagine, condotta dal personale ispettivo del relativo dipartimento ministeriale insieme al reparto Tutela del Lavoro dei Carabinieri, agli enti previdenziali (Inps e Inail), alla Guardia di Finanza e alla Polizia di Stato, sono risultati “in nero” il 35% dei dipendenti di 19.100 aziende, 6.774 agricole e 12.326 edilizie, che sono state oggetto dei controlli effettuati nelle quattro regioni meridionali comprese nel Piano del governo.
Focus su agricoltura ed edilizia, dunque, che sono forse i due settori produttivi colpiti maggiormente dalla crisi economica, ragion per cui le relative imprese ricorrono sempre più al mercato del lavoro irregolare.
In Sicilia, secondo quanto comunicato dal Ministero, sono state ispezionate 629 aziende agricole e tra esse sono risultate fuori norma ben 302, ovvero il 48% di quelle controllate. Tra loro, sono stati verificati lavoratori 3.118, di cui 126 extracomunitari, e sono state denunciate 348 unità in nero e 3.106 lavoratori irregolari per altre cause. Notificate anche 208 posizioni lavorative fittizie o prestazioni previdenziali indebite e 34 sospensioni per lavoro nero di cui 10 revocate.
Passando al settore edile, le aziende ispezionate nell’Isola sono state 2.760, di cui ben 1.500 sono risultate irregolari, pari al 54% di quelle controllate. In questo settore sono stati controllati 7.782, di cui 62 extracomunitari, con un soggetto privo del permesso di soggiorno, e i lavoratori totalmente in nero scoperti sono risultati 1.278. I lavoratori irregolari per altre cause sono stati, invece, 935, e sono state emesse 295 sospensioni per lavoro nero, di cui 217 revocate. Nessuna sospensione, invece, è stata emessa per ragioni di sicurezza. Sempre nell’edilizia, infine, tra le aziende ispezionate in Sicilia, sono state notificate ben 1.895 violazioni in materia di salute e sicurezza.
Non stanno certo meglio le vicine regioni oggetto del Piano di controllo. In Calabria, ad esempio, sono emerse irregolarità nel 29% delle imprese agricole controllate e nel 71% di quelle edili ispezionate, con oltre mille lavoratori non in regola in entrambi i settori.
In Campania, le imprese irregolari sono state il 54% nel campo agricolo e il 62% nel settore edile, tra quelle ispezionate, con oltre 1.500 lavoratori irregolari e il record di oltre 25 mila posizioni lavorative fittizie o previdenziali indebite. Percentuali alte, infine, anche in Puglia dove le imprese irregolari sono risultate il 49% tra quelle agricole e il 61% tra quelle edili ispezionate con, anche quì, oltre 1.500 lavoratori in nero o irregolari in entrambi i settori e oltre 5.000 posizioni lavorative fittizie o prestazioni previdenziali indebite.