CATANIA – Il fronte dei pro 5G porta a casa un altro match. Dopo l’annullamento da parte del Tar della Sicilia – sezione Palermo dell’ordinanza n. 21 emanata lo scorso 16 aprile dal primo cittadino di Cefalù Rosario Lapunzina – con la quale si vietava l’introduzione della nuova tecnologia, il Tar di Catania ha infatti accolto la richiesta di Vodafone Italia di sospendere l’ordinanza contingibile e urgente n. 133 del sindaco di Messina, emanata lo scorso 27 aprile e avente ad oggetto il “Divieto di sperimentazione e/o installazione del 5G”.
Con la sua ordinanza il primo cittadino messinese Cateno De Luca aveva disposto “il divieto, in applicazione del principio di precauzione sancito e riconosciuto dall’Unione Europea, a chiunque di sperimentare, installare e diffondere sul territorio del Comune di Messina impianti con tecnologia 5G in attesa di dati scientifici più aggiornati fra i quali la nuova classificazione della cancerogenesi delle radiofrequenze 5G annunciata dall’International Agency for Research on Cancer e prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, che evidenziano l’estrema pericolosità per la salute dell’uomo”.
Una decisione, quella del sindaco De Luca, gemella a quella presa dal collega di Cefalù, sia nei contenuti – entrambe riportano ad esempio che “le radiofrequenze del 5G sono del tutto inesplorate, mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che, inevitabilmente, andranno a sommarsi alle decine di migliaia di Stazioni Radio Base ancora operative per gli standard tecnologici di comunicazione senza fili 2G, 3G, 4G oltre alle migliaia di ripetitori Wi-Fi attivi” – che nella sorte: entrambe annullate dal Tar della Sicilia.
Per quanto riguarda il caso di Messina, la trattazione di merito è fissata nell’udienza del prossimo 3 dicembre ma il presidente del Tar di Catania, Pancrazio Maria Savasta, segnala nel dispositivo di annullamento che “la valutazione sui rischi connessi all’esposizione derivante dagli impianti di telecomunicazioni è di esclusiva pertinenza dell’Arpa, organo deputato al rilascio del parere prima dell’attivazione della struttura”. I Comuni in sostanza non possono adottare ordinanze contingibili e urgenti in una materia la cui competenza è riservata allo Stato.
Savasta fa riferimento anche al recente Dl “Semplificazioni” che “certifica” l’elaborazione giurisprudenziale seguita dal Collegio riportando il comma 6 dell’art. 38: “6. All’articolo 8, della legge 22 febbraio 2001, n. 36, il comma 6 è sostituito dal seguente: “6. I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato ai sensi dell’articolo 4”.
La suddetta misura introdotta dal Dl semplificazione frena dunque le ordinanze degli amministratori locali contrari all’installazione delle antenne di quinta generazione: i sindaci non potranno più introdurre limitazioni al 5G sul loro territorio
Il 5G è uno standard di nuova generazione per la comunicazione ‘mobile’ che sostituirà il 4G e sarà a bordo degli smartphone di nuova generazione e soprattutto dei tanti oggetti connessi (Internet of things) destinati ad essere sempre più numerosi (elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, cassonetti). Una delle caratteristiche principali di questa rete è permettere molte più connessioni in contemporanea, con alta velocità e tempi di risposta rapidi.
“Sul 5G si giocherà una buona parte della partita della competitività del nostro tessuto industriale ed economico, per questo, non possiamo fermarci”, ha spiegato nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi. Mentre per il presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni, Pietro Guindani, “gli investimenti sulle comunicazioni di quinta generazione porteranno ad una trasformazione fondamentale per rilanciare la centralità e competitività del Mezzogiorno”. Secondo le previsioni della società di consulenza Ernst & Young entro la fine del 2020 il 5G sarà disponibile per il 17% degli italiani e, nel 2021, per il 31%.