Palermo – Beni confiscati: un regolamento per garantire più trasparenza

PALERMO – La provincia di Palermo rappresenta il fortino di ricchezze sottratte alla mafia. Basti pensare che dei 5mila beni confiscati in Sicilia, 3.300 si trovano nel Palermitano. Anche per questo motivo si pensa al capoluogo per la costituzione di una sede dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità diretta dal prefetto Morcone.
Gli immobili tolti dalla disponibilità della malavita – simbolo della vittoria dello Stato sulle organizzazioni criminali – necessitano della massima trasparenza da parte dei soggetti pubblici che sono deputati a gestirli. Proprio i comportanti degli enti locali – Comune e Provincia – ha dato adito in tempi recenti a non poche polemiche per alcune anomalie nell’affidamento di tali beni a soggetti che non apparivano esserne legittimati.
Proprio nei giorni scorsi il gruppo dell’Italia dei Valori a Palazzo delle Aquile ha presentato la sua proposta di regolamento per i beni sequestrati e confiscati. Il documento, che consta di 24 articoli, prevede l’istituzione di un’unità amministrativa per la gestione dei beni, l’istituzione di una consulta che formuli annualmente pareri sulla gestione degli stessi, e ancora, l’introduzione di una giornata nazionale di commemorazione delle vittime della mafia. “Vogliamo mettere questo regolamento a disposizione di tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale”, ha detto il consigliere Salvatore Orlando, da qualche settimana passato tra le fila dei dipietristi e primo firmatario della proposta.
La prima risposta all’appello dell’Idv è arrivata dal consigliere del Pd, Davide Faraone, il quale ha chiesto la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio comunale sulla gestione dei beni. “Un appuntamento – ha spiegato – per prendere visione delle due relazioni redatte dal gruppo ispettivo della Polizia municipale, dopo i controlli sull’attività svolta dagli assegnatari di immobili confiscati, e per rivedere in termini regolamentari l’iter di assegnazione, di gestione e di controllo di beni che devono garantire trasparenza, lavoro, sviluppo e servizi alla città”. La questione dell’uso di tali risorse è approdata anche alla Provincia, dove il gruppo dell’Italia dei Valori ha presentato un’interrogazione per avere contezza degli immobili nella disponibilità dell’ente.