La Giunta di governo (art. 12 dello Statuto) approva come organo collegiale sia i disegni di legge che tutti i provvedimenti amministrativi e di indirizzo del Governo, indirizzo che può esser dato anche direttamente dal Presidente.
Questo impianto ha consentito a Raffaele Lombardo di cambiare quattro Giunte e la maggioranza che lo sorregge. Tutto ciò fino a quando all’Assemblea regionale non si dovesse coagulare un gruppo di 46 deputati che lo sfiduciassero. Solo in questo caso il Presidente decadrebbe dal suo ufficio e, contestualmente, l’Assemblea si scioglierebbe indicendo nuove elezioni.
Spiegare questi meccanismi è indispensabile perché l’opinione pubblica non si faccia infinocchiare da pubblici mentitori i quali, prescindendo dalle leggi, affermano il contrario di quello che abbiamo testé descritto.
Il legislatore ha voluto dare molto potere al Presidente della Regione, eletto per consentirgli di governare veramente nell’interesse non solo dei propri elettori, ma anche in quello dei siciliani che non lo hanno eletto. Così dovrebbe agire il presidente, con l’intelligenza e il buonsenso del pater familias.
La magagna più grave di Lombardo è quella di non aver costretto il suo apparato a spendere i finanziamenti europei e statali, cofinanziati dalla Regione stessa. Una colpa grave che può essere sanata solo con la messa in moto di tutti i meccanismi che consentano di aprire migliaia di cantieri in Sicilia con i soldi, che ci sono, e di immettere subito alcuni miliardi di liquidità.
Altra colpa grave è quella di perseguire l’obiettivo vizioso di assumere personale inutile alla Regione senza selezionare i siciliani esterni, mettendo così in moto un secondo filone vizioso: le rivendicazioni dei precari comunali (22.500), dei forestali (28.000) e di tante altre categorie per un numero complessivo, stando ai nostri elenchi, di 81.357. Vorremmo sapere da Lombardo con quali soldi potrà assumerli tutti quanti.
Forse egli non ha capito che i soldi per l’assistenzialismo e il clientelismo sono finiti, che occorre razionalizzare il funzionamento di tutte le strutture amministrative, le quali si debbono dotare di un Piano aziendale fondamentale per avere punti di riferimento. E non continuare alla sans façon.