Draghi elogia l’euro

ROMA – Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi torna a spronare alla crescita, elemento fondamentale quanto il rigore dei conti per la stabilità finanziaria e necessaria “per pagare i debiti”.
Ribadisce come le banche italiane siano solide ed eventuali rischi potrebbero arrivare, nel caso, proprio dalla debolezza dell’economia italiana. Mentre la crisi dei debiti sovrani resta profonda in Europa, con un allargamento degli spread, giudicato inevitabile ma ‘’eccessivo’’, Draghi difende ‘’il grande successo’’ della moneta unica, non commenta l’ipotesi di Eurobond e invita ad andare ‘’avanti sul consolidamento dei conti pubblicì’.
 
L’occasione per il governatore arriva dalla presentazione il nuovo rapporto sulla Stabilità Finanziaria, un compendio pratico e maneggevole delle maggiori pubblicazioni e ricerche della banca centrale ad uso degli operatori e delle autorità europee e specie del nuovo organismo Esrb che partirà a gennaio. Affiancato da ‘’quasi tutto il direttorio al completo’’, Draghi mette di nuovo il punto sulla buona salute e solidità del sistema finanziario e bancario italiano che dalla crisi del debito sovrano riceve ‘’effetti limitatì’. Questo grazie alla bassa esposizione verso i paesi più a rischio (meno dell’1% degli attivi totali in Grecia, Portogallo e Irlanda e quasi il 2% se si somma la Spagna) e diversi altri fattori fra cui la ‘’qualità dei bilancì’ e l’attività di credito tradizionale. Proprio questa però rappresenta, in caso di perdurare di debole crescita dell’Italia, un fattore di rischio.
Certo ‘’la crescita delle sofferenze si è fermatà" dopo un aumento di 24 mesi ininterrotto ma gli istituti italiani potrebbero subire ulteriori contraccolpi dall’economia reale, questa sì toccata dalla situazione attuale. La crisi, rimarca il governatore ha fatto emergere ‘’il legame inscindibile che unisce la stabilità finanziaria alla crescita economicà’. Per questo alla fine di preservare la stabilità ‘’la priorità oggi è adottare politiche che aumentino il potenziale di crescita dell’economia italianà’ visto che il calo del Pil fa aumentare i deficit anche in assenza di politiche di spesa come nel caso italiano. le banche, “alcune più di altre" dovranno così rafforzare il capitale per fare fronte alle perdite, per sostenere le imprese e per adeguarsi a Basilea3. Un elemento di preoccupazione per l’altro ‘pilastro’ italiano, le famiglie è quello di ‘’una rapida crescita dei mutui a tasso variabile", specie quelle a meno abbienti che prima della crisi si sono indebitate.