Autonomia sì, ma differenziata

CATANIA – Il 7 dicembre 2010 presso la Sede di Acireale della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione si è svolto il seminario dal titolo “Studio di fattibilità in materia di attuazione dell’autonomia differenziata in applicazione dell’art. 116 della Costituzione”.
Il progetto, realizzato grazie al cofinanziamento del Fondo Sociale Europeo, si propone di stimolare e sensibilizzare i livelli decisionali delle quattro Regioni “Obiettivo Convergenza” (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) sul tema dell’autonomia differenziata avendo come riferimento le specifiche proposte formulate da parte di tre Regioni, ovvero Lombardia, Piemonte e Veneto.
Durante il seminario, organizzato in collaborazione tra il Dipartimento Affari Regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e il CEIS (Centre for Economic and International Studies) dell’Università di Roma Tor Vergata, sono stati illustrati i principali risultati del progetto di ricerca. 
Dagli studi e analisi effettuate, emerge la tendenza alla differenziazione e l’esigenza di una formula di asimmetria ulteriore rispetto alle autonomie speciali storiche. Tra le problematiche aperte, per l’affermazione compiuta del regionalismo differenziato e cooperativo, si evidenziano ulteriori interventi di riforma costituzionale finalizzati ad introdurre specifici interventi necessari per una organica configurazione del sistema delle autonomie territoriali. Sempre più evidente è la connessione tra il rafforzamento delle autonomie e la più piena tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, affidata a molteplici livelli di governo che cooperano tra loro nel rispetto dei livelli essenziali garantiti dal legislatore nazionale
Il progetto di ricerca si è sviluppato su tre principali ambiti di approfondimento, teorico ed empirico, rappresentati da:
1) L’analisi delle esperienze in atto in quattro paesi europei (Austria, Francia, Spagna e Svizzera);
2) Lo studio e la valutazione delle proposte, a livello di contenuti caratterizzanti e di procedure, messe in atto nelle tre regioni italiane che si sono mosse sul terreno dell’autonomia differenziata (Lombardia, Piemonte, Veneto), attraverso il confronto tra Regioni ordinarie con le specificità delle Regioni a Statuto Speciale e delle Province autonome;
3) La propagazione e la diffusione dei principali risultati attraverso seminari tematici nelle quattro Regioni “obiettivo convergenza” ed un evento nazionale, a conclusione della ricerca, di approfondimento dei temi della sostenibilità economico-finanziaria e dell’impatto a livello decisionale, organizzativo ed amministrativo.
L’iniziativa ha ottenuto un buon riscontro di pubblico proveniente soprattutto dal management degli enti territoriali.