Mentre tutte le parti si dilettavano a scambiarsi accuse e insulti, l’Italia ha continuato a peggiorare il suo stato di salute e il Mezzogiorno molto di più. Non parliamo della Sicilia, inchiodata in un immobilismo in cui si pensa solo ad assumere persone nella pubblica amministrazione.
Berlusconi, nelle sue dichiarazioni, ha esposto l’intenzione di allargare la maggioranza a Casini e Fini, per completare la legislatura, ma crediamo si sia trattato di una finta, perché egli non ha nessuna convenienza ad avere due alleati che lo odiano sul piano personale e che, al di là di ogni apparenza, minerebbero ogni centimetro della sua strada. Questa situazione nuocerebbe ancora di più al Paese ed è quindi bene che venga risolta con un ritorno al volere del popolo.
I risultati di ieri hanno affermato un’altra verità: alla Camera dei deputati non c’è una maggioranza alternativa a quella attuale; meno che mai al Senato; col che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non potrebbe in nessun caso affidare incarichi ad altri, neanche quelli di tipo esplorativo. Una cosa è certa: in questa vicenda ha perso il democristianismo.
Attendendo le elezioni, il Cavaliere non deve starsene con le mani in mano, ma può tentare di fare approvare alcune leggi urgenti. Soprattutto potrebbe dare una forte accelerata agli appalti di opere pubbliche in modo da velocizzare il processo di costruzione e di consegna delle opere finite. Ancor più urgente sarebbe il piano delle infrastrutture al Sud che consentisse una seppur minima riduzione del divario che c’è fra i due tassi infrastrutturali, Nord e Sud.
In pochi mesi non c’è molto da fare, anche perché le opposizioni e lo stesso Fli faranno di tutto per non fare approvare neanche una legge della maggioranza. Proprio per questo la stessa maggioranza dovrebbe dimostrarsi capace di fare il proprio lavoro, cioè legiferare e fare le ispezioni sul funzionamento della macchina pubblica.
La matassa non si è sbrogliata, i voti della Camera dimostrano che le due parti sono sostanzialmente in parità. è vero che con qualche voto in più non si governa, ma è anche vero che Berlusconi non ha governato anche con una forte maggioranza. Perciò, alle urne.