Che dice tale articolo? I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. Sfidiamo i presidenti della Regione, che si sono succeduti in questi decenni, e i sindaci precedenti e in carica a giurare sul loro onore che hanno condotto le proprie amministrazioni secondo il precetto costituzionale testè riportato.
Precetto che si fonda a sua volta sui principi morali che devono governare una comunità. Senza di essi, avviene qualunque arbitrio e qualunque soverchieria perché vige la legge del più forte, mentre i più deboli sono regolarmente penalizzati.
Dare le stesse opportunità a tutti i siciliani è compito del pater familias, figura cui dovrebbe riferirsi costantemente il presidente della Regione. Osserviamo invece che bande di approfittatori e parassiti lucrano continuamente sulle somme che la stessa Regione dovrebbe amministrare per creare ricchezza e posti di lavoro, non per favorire i raccomandati.
Ribadiamo ulteriormente il peccato originale della Regione. Esso consiste nel non aver mai redatto il Piano aziendale.
E non funziona perché non c’è la volontà di farla funzionare e non c’è la volontà in modo che ogni cittadino, quando chieda un servizio, debba anche chiedere il favore per ottenerlo. E il favore si paga con un altro favore. Questa mentalità è molto diffusa nel Centro-sud della Penisola, ma anche al Nord non si scherza.
L’anno prossimo è necessario che le dispari opportunità si trasformino in pari opportunità, che tutti i siciliani abbiano le stesse possibilità, che la concorrenza faccia emergere ovunque e in qualunque settore il merito, valore essenziale per fare funzionare una comunità.
Il Governo regionale ha il problema congiunto di sistemare 80 mila precari e 236 mila disoccupati ufficiali secondo l’Istat. Non può affrontare la questione solo per i primi, né assumere 300 mila persone. L’alternativa? Aprire i cantieri e spendere subito i dieci miliardi disponibili (Ue, Stato, Regione) che creerebbero 100 mila posti di lavoro. Non seguire questa strada costruttiva è come seguire la strada dell’Inferno. Ma noi vogliamo augurarci che il presidente Lombardo voglia seguire quella del Paradiso.