Un piano straordinario per il lavoro

PALERMO – Oltre duecento fra artigiani, imprenditori e commercianti riuniti in un’unica sigla, Rete imprese Italia, si sono dati appuntamento davanti a palazzo dei Normanni a Palermo per chiedere al Parlamento ed al Governo regionali un piano straordinario per il lavoro.
Il mondo delle piccole e medie imprese siciliane è in tumulto per una crisi economica che non accenna ad arrestarsi e che colpisce in particolare il comparto dell’artigianato e del commercio. Negli ultimi mesi sono drasticamente diminuiti fatturato, ordini e livelli occupazionali, mentre, in compenso, sono aumentate le attività abusive. Nell’ultimo anno, solo nel settore del commercio si sono persi oltre diciannovemila posti di lavoro.
Uno scenario che non lascia spazio a previsioni ottimistiche per il futuro, e così i rappresentanti di Confcommercio, Cna, Confartigianato imprese, Confesercenti, Casartigiani e Claai, le sei sigle che compongono la Rete, si rivolgono alle forze politiche della regione per ottenere misure concrete per il superamento della crisi, accompagnate da stanziamenti nei capitoli di bilancio destinati a finanziare le norme regionali vigenti per il sostegno delle imprese.
“La classe dirigente di questa regione – ha detto Pietro Agen, presidente regionale di Rete Imprese Italia – deve rendersi conto che è la piccola e media impresa dell’artigianato e del commercio a muovere davvero l’economia siciliana. Siamo noi che produciamo lavoro vero, al governo regionale chiediamo solo ciò che ci spetta”.
Scelte chiare ed inequivocabili per attivare un piano straordinario per il lavoro ed il rilancio dei consumi, è ciò che pretendono gli imprenditori dalla classe politica siciliana. I loro rappresentanti hanno così incontrato il presidente dell’Ars Francesco Cascio, i rappresentanti delle forze parlamentari e i presidenti delle commissioni parlamentari Bilancio e Attività produttive, per consegnare loro un documento di sintesi delle richieste di Rete Imprese Italia, in cui vengono anche enunciate le gravi emergenze.
In particolare, si va dal saldo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Regione e degli Enti pubblici, al pagamento immediato di tutti i contributi per investimenti previsti da norme, bandi e avvisi a sostegno delle imprese, per la concessione dei quali sono state presentate migliaia di istanze. Ma anche il ritiro dell’art. 27 della finanziaria che prevede la costituzione di un unico soggetto regionale al quale affidare la gestione dei fondi regionali, in atto amministrati dalla Crias e dall’Ircac.
“Chiediamo al Governo regionale, sia come Confartigianato che come Rete imprese Italia, di impostare la manovra economica in un’ottica di sviluppo e di un progetto comune di crescita per la Sicilia”. E’ il commento di Filippo Ribisi, presidente di Confartigianato imprese Sicilia, alla manifestazione organizzata da Rete imprese Italia di fronte a palazzo dei Normanni a Palermo. “Il fatto positivo è che il Governo si è mostrato disponibile ad aprire un tavolo di concertazione e ad ascoltare le nostre proposte- ha proseguito- ma ad oggi non vediamo gli effetti delle nostre istanze. È di fondamentale importanza per le nostre imprese, ma se vogliamo anche per il futuro della nostra isola, che accanto alle misure di risanamento dei conti si metta mano a provvedimenti concreti finalizzati al superamento della crisi economica.
Pensiamo, per citare solo alcuni esempi, alle infrastrutture che mancano, al turismo, alle agevolazioni fiscali per le imprese di qualità”.