In Sicilia email certificata ancora al 30%

ROMA – Presentato dal ministro Renato Brunetta – durante una conferenza stampa a Palazzo Vidoni – il rapporto E-Gov 2010. Punto di partenza è il Piano E-Gov 2012 varato nel 2009 dal Ministero per la funzione pubblica in sintonia con la strategia europea EU2020 e con la Digital Agenda Europea. Entrambi sono rivolti alla riorganizzazione della PA secondo criteri di efficacia, efficienza ed economicità e ribadiscono l’importanza, sottolineata anche dalla Commissione Europea, delle ICT nell’affrontare le sfide poste in essere dalla società della conoscenze in continua trasformazione.
Il Rapporto E-Gov 2010 rappresenta una mappa della situazione attuale della PA italiana. Un foto istantanea dell’Italia al termine di un periodo di grandi cambiamenti strutturali, tecnologici e innovativi. Proviamo a ingrandire lo zoom di quest’immagine in Sicilia.
Premettiamo che il rapporto si compone di due parti, di cui la prima – suddivisa in nove capitoli – analizza la situazione territoriale per ciascun settore. Per migliorare il rapporto tra cittadino e Pa la Pec ha apportato risultati importanti. In Sicilia la diffusione territoriale di questo strumento risulta, ancora, a meno del 30%. Sono 27.283 le richieste attivate di PEC ai cittadini. Vantiamo il numero di 231 Comuni che sul proprio sito web includono la sezione URP e 201 comuni che presentano la sezione “trasparenza”. Siamo decisamente on line, con una percentuale dell’85% di comuni con sito istituzionale dal quale è possibile scaricare informazioni e un po’ meno –  ma non tanto –  dal quale è possibile scaricare modulistica.
Le cose migliorano apparentemente per il settore Giustizia digitale. La Sicilia risulta tra le regioni che hanno già attivato operativamente il sistema di consultazione elettronica dei registri in tutti i distretti. In realtà, non siamo particolarmente bravi dato che queste iniziative sono già diffuse in quasi tutto il territorio nazionale, tranne che per pochissime realtà territoriali.
Il capitolo cinque è dedicato al settore Infomobilità e la Sicilia non ne è di certo la protagonista. Dai dati del rapporto, in Italia quasi i due terzi dei capoluoghi di provincia dispongono di varchi elettronici con telecamere per l’ingresso nelle Zone a Traffico Limitato (Ztl).
 
In circa il 40% dei capoluoghi di provincia è possibile pagare la sosta con carta intelligente prepagata, ma solo nel 3% dei centri urbani si può provvedere alla ricarica on line. La Sicilia in questo contesto, presenta on line solo orari statici dei mezzi pubblici e non ha servizi per la pianificazione on-line del percorso personale con i mezzi pubblici.  Noi potremmo anche sottolineare che i mezzi pubblici in Sicilia raramente hanno orari prestabiliti. Le performance delle PA siciliane non sono, inoltre, eccellenti neanche per i servizi alle imprese: meno del 20% dei Comuni permettono alle imprese di trovare informazioni on line e poco più del 30% consente ad esse di scaricare la modulistica da internet. Ma in questo contesto la Provincia di Catania “s’illumina di verde” essendo l’unica ad aver già attivato il Suap (Sportello Unico Attività produttive) che consente alle imprese anche di inoltrare on-line le proprie istanze.
 


Banda larga in tutto il territorio della Provincia di Catania con l’apertura della linea di credito della Bei
 
Il presidente della Provincia regionale di Catania Giuseppe Castiglione ha di recente presentato in conferenza stampa l’apertura di una linea di credito con la Banca Europea per gli Investimenti di 90 milioni di euro che consentirà, tra le altre iniziative, anche di attivare la copertura a banda larga in tutto il territorio provinciale.
La situazione descritta dal Rapporto E-Gov 2010 è che in Sicilia il digital divide complessivo da rete fissa e mobile risulta essere meno del 5%. Le zone penalizzate si concentrano prevalentemente sulla parte nord – orientale della Provincia di Messina. Catania non risulta ancora tra le Province con maggiore possibilità di connessione e proprio per questo le iniziative dell’ente provinciale permetteranno di completare il percorso tracciato arrivando ad una copertura completa sul tutto il territorio delineato.



L’Italia prima per servizi on line insieme a Svezia e Austria
 
I risultati ottenuti dal Rapporto E-Gov 2010 evidenziano che nel confronto europeo la Commissione riconosce che l’Italia è tra i paesi con le migliori performance per e-Governement. L’Italia prima insieme a Svezia, Austria, Portogallo e Malta, per la disponibilità dei servizi on-line; seconda, insieme a Germania, Svezia e Portogallo, per livello di qualità dei 20 servizi on-line.
L’obbiettivo di questo rapporto è quello di classificare le diverse esperienze sul territorio per imparare da quelle di successo, capire dove e come è possibile utilizzare le risorse disponibili e per migliorare le performance creando un contesto “geografico” più facilmente accessibile per gli utenti della Pa.
Chiudiamo la nostra panoramica sull’E-Gov 2010 riportando un po’ dei dati numerici usati per fotografare la situazione italiana dal basso. Rapporto cittadino – Pa: quota 20.000 caselle Pec registrate in Ipa per un totale del 40% di comuni che hanno già un indirizzo Pec, pervenute inoltre 450.000 richieste di attivazione per i cittadini.
Sanità digitale: 2 milioni di certificati di malattia inviati telematicamente e il 90% di medici già abilitati. Scuola Digitale: 22.300 lavagne interattive, 2.800 scuole che hanno attivato il servizio ScuolaMia.
Università digitale: 55 università con copertura Wifi. Giustizia digitale: nessun numero perché il servizio per la consultazione dei registri on line è ormai disponibile in tutte le regioni italiane.
Infomobilità: nel 40% dei capoluoghi di provincia è possibile pagare la sosta con carta intelligente prepagata. Servizi alle imprese: 40% dei comuni capoluogo dispone del Suap on line. Banche dati pubbliche: più del 50% dei comuni rende disponibile on line informazioni e servizi relative alle banche dati.
Dotazione tecnologica: in diverse regioni i comuni presentano un livello di informatizzazione pari al 100%. Copertura a banda larga: coperti circa 55 milioni di italiani ma l’8,4% degli italiani è ancora in digital divide.